Qual è il significato del Made in Italy oggi? Una nuova generazione di designer italiani sta emergendo, attingendo alle profonde radici del paese e al prestigioso passato, ma allo stesso tempo spingendo i confini dello stile convenzionale.
L’essenza del marchio Made in Italy si fonda su prodotti d’eccellenza che si distinguono per l’alto livello qualitativo, lo stile ricercato, l’innovazione, la cura dei dettagli, la fantasia delle soluzioni adottate e la capacità di durare nel tempo. Sintetizza in pratica l’identità artistica e artigianale del nostro territorio.
Una tradizione trasformata in uno stile che diventò moda ben prima che l’Italia diventasse una nazione: un percorso iniziato nel Rinascimento e proseguito per tutto il XIX e XX secolo.

Un buon equilibrio tra realismo e immaginazione
La storia della moda italiana è altresì esemplare nel settore per la capacità di migliorare le sue peculiarità e per il costante adattamento all’humus socioculturale, al bivio tra arte, commercio e industria; è anche e soprattutto un fenomeno culturale fatto di componenti storiche e antropologiche.
L’identità del Made in Italy è quindi un valore importante da lasciare in mano a designer emergenti, come passaporto per una modernità che posa le sue radici tra artigianato e tendenze globali.
Ma la moda è per antonomasia un settore volubile: le tendenze si alternano sempre più rapidamente in un costante flusso che, malgrado la velocità, è lento nel lasciare segnali incisivi di cambiamento verso la sostenibilità, l’inclusività e l’etica. I requisiti di un progetto di moda oggi devono includere aspetti materiali, commerciali, comunicativi e immateriali.

Fortunatamente la nuova generazione di designer emergenti, per dare un nuovo significato al Made in Italy, non segue ciecamente il flusso.
I talenti più forti della prossima generazione non si limitano a realizzare abiti belli e unici (certo, fanno anche quello), ma il loro intero approccio a ciò che è la moda e ciò che rappresenta è diverso. Gli abiti sono pensati per l’individuo, indipendentemente dal sesso, dalla taglia o dal colore. Le collezioni vengono presentate in modo olistico, secondo un ritmo costruito attorno al processo creativo e non viceversa; sviluppano pratiche di produzione migliori che tengono conto della salute delle persone e del pianeta.
Condividono le realtà della costruzione delle loro attività e con le loro visioni personali contribuiscono a modellare il percorso verso ciò che vogliono essere e ciò che vogliono dire. In un momento in cui il perché di un brand è importante tanto quanto il prodotto creativo, questi designer non solo catturano l’attenzione del settore (accumulando nomination lungo il percorso), ma lo fanno alle loro condizioni.
Oltre che talento, abilità e stile, hanno uno scopo.

Adoro questa generazione di designer affamata di cambiamento, sia esso culturale, ambientale o sociale per dare forma al futuro del Made in Italy, perché sento che tutto è possibile.
Come docente dell’accademia di Alta Formazione di Moda e Design MakeCampus sono fiera e felice di tessere un filo conduttore tra passato e futuro della moda. Infatti l’Accademia (un progetto della Fondazione Antonio Lombardi onlus), nasce proprio dalla volontà di trasmettere alle nuove generazioni di designer le competenze progettuali e produttive del Made in Italy, offrendo borse di studio complete. La formazione specialistica del Made in Italy unita all’ energia delle nuove generazioni sono alla base delle prospettive che daranno forma alla prossima ondata di designer.
Se vi state chiedendo quali sono i nomi che segnano e segneranno il futuro della moda, eccoli qui. Cominciamo con:
Federico Cina

Sarsina è un piccolo comune di 3.000 abitanti situato nella regione Emilia-Romagna, con Rimini a est e Firenze a ovest. È qui che nasce il giovane designer Federico Cina, e dove torna dopo aver vissuto in giro per il mondo prima di fondare il suo nascente marchio di abbigliamento. Studia al Polimoda di Firenze proseguendo come apprendista per Brooks Brothers e dopo il conseguimento di una borsa di studio di 6 mesi presso l’Osaka Bunka Fashion College in Giappone, collabora con Emilio Pucci vivendo rispettivamente a New York e Milano.
Dallo stage, ai premi…
Nel 2014 in Italia lavora come sviluppatore di maglieria da uomo per la Abraham Industries, gruppo di cui fanno parte Erika Cavallini e Liviana Conti. Sebbene affermi che l’esperienza di lavoro presso altri brand gli abbia insegnato molto, l’idea di avviare una sua linea non è mai lontana dalla sua mente. Nel 2017, vince il concorso Fashionclash a Maastricht e nel 2018 torna nella sua città natale per avviare la sua attività nella vicina Cesena.
Qui, Cina lavora con il suo socio in affari e amico d’infanzia, Stefano Buldrini, che supervisiona l’amministrazione e la finanza e un team di quattro persone che lavora tra design, ricerca tessile, modellistica, produzione e PR.

L’esordio con il suo brand omonimo avviene nel 2019, lo stesso anno in cui vince ”Who’s on Next?“, il concorso di talent scouting e sostegno lanciato da Altaroma in collaborazione con Vogue Italia. Nel 2021 si aggiudica una nomination per il premio LVMH.
Il patrimonio culturale, l’artigianato e i paesaggi dell’Emilia-Romagna appaiono direttamente nel suo lavoro.
Lo stilista sarsinate sceglie consapevolmente di tornare nella sua regione per avviare il suo brand. La sua ambizione è di sostenere il suo ecosistema, fatto di piccole imprese ad alto know-out: come la Tipografia Artigianale Marchi, una storica stamperia del 1633, che stampa a mano utilizzando stampi in legno originali tipici della regione e colori naturali sostenibili.

Nella sua collezione Salsedine P/E 2023, condivide riflessioni personali ed emotive vissute dopo il ritorno a casa. I valori ritrovati come l’umanità, il bisogno di ritornare ad una bellezza semplice e genuina; il fascino delle piccole cose; la libertà dalle sovrastrutture che la società spesso ci impone, infatti Cina considera il suo design senza genere. Attualmente le sue collezioni, ricche di una forte identità basata su un approccio sperimentale e codici evoluti, sono presenti in 30 boutique tra cui anche in Giappone, Cina e America.
Volete conoscere altri designer emergenti portatori “sani” del marchio Made in Italy? Seguite i miei prossimi articoli e se vi piacciono condivideteli.
Cris…VeryCris
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6 Commenti
Complimenti Cris, fa piacere leggere di moda in un’ ottica non superficiale. Sono profondamente in accordo con te nel credere che le nuove generazioni di designer sapranno portare del Made in Italy ad una evoluzione, anche globale, che abbia come priorità il superamento delle problematiche sociali, etiche e ecologiche. Purtroppo il sistema moda sta procedendo troppo lentamente e i risultati concreti, dei pochi passi che si sono fin qui fatti, incidono troppo poco. Mi complimento anche per il tuo impegno nella formazione attraverso borse di studio: anche in questo ambito c’è molta strada da percorrere. Le scuole di Moda sono tutte private e molto onerose, come se il talento risiedesse solamente dove c’è agio e ricchezza. Non conoscevo Makecampus e mi ha fatto molto piacere leggere dell’impegno che questa Accademia prodiga a favore del talento e della formazione professionale nel campo moda.
Davvero tutto molto interessante !!
Magianna
Grazie Mariagianna, apprezzo il tuo commento che ha colto l’essenza di ciò che volevo comunicare. La moda è stata una passione che ho coltivato considerandola sempre in un’ottica intrisa di aspetti sociali, comunicativi, artistici, artigianali e culturali. La bellezza della moda sta nel ciò che esprime sia per chi la crea che per chi la indossa. Da ragazza quando ho cominciato, non mi potevo certo permettere di frequentare Accademie private, ma sono stata fortunata. Al secondo giorno di frequenza in una banalissima e sicuramente poco professione scuola (l’unica che mi potevo permettere), sono stata scelta da uno stilista per lavorare nel suo studio. La mia scuola è stata la gavetta. Ma ora il contesto è molto cambiato e anche per fare gli Stage bisogna avere competenza e preparazione oltre che estro e talento. Le borse di studio di Makecampus rappresentano una grandissima opportunità, di livello molto alto, per aprire al vero talento (senza discriminazioni) il mondo del design e della moda. Io sono molto fiera di fare parte del corpo docente: è un po’ come restituire la fortuna che ho avuto io! Lavorare con i giovani è appassionante e coinvolgente!
Grazie Mariagianna per avermi dato l’appiglio per esprimere questi miei sentimenti!
Cris…VeryCris
Grazie Cris, mi piacciono molto i tuoi articoli , con riflessioni sempre interessanti e mai scontate. …Un occhio viispo sul , the magical world of fashion,🌟
Grazie Emy !
Fantasia, avanguardia ed estro che nascono dalle tradizioni. Evviva il Made in Italy e chi come Federico Cina ci fa onore in Italia e nel mondo!
Grazie Cris Very Cris!
Grazie Julie !!