Quali certificazioni di moda sostenibile devo cercare per essere certa di non cadere nella trappola della pubblicità ingannevole del greenwashing? Questa è una domanda che mi viene posta sempre più spesso ed è per questo che ho deciso di preparare per voi una semplice guida.

L’industria della moda è senza dubbio nota per il suo impatto negativo sull’ambiente: responsabile di uno scioccante 4-10 per cento delle emissioni globali di gas serra ogni anno; per l’enorme spreco e per lo sfruttamento costante dei lavoratori. Nonostante l’interesse e l’enfasi posta sulla moda sostenibile, l’industria nel suo complesso ha fatto pochi progressi tangibili. Le emissioni continuano ad aumentare, la circolarità rimane sfuggente, i tessuti di nuova generazione devono ancora crescere e innumerevoli lavoratori del tessile sono ancora sottopagati.

Essere Green per non perdere la passione e l’amore per la moda stessa.

Come consumatori abbiamo il potere di fare la differenza, considerando sia l’impatto che le nostre scelte hanno sul pianeta che l’influenza che abbiamo nelle decisioni commerciali dei brand di moda che cercano sempre di più di capire quali sono i nostri desideri di acquisto.
Per essere sostenibili, la cosa più difficile è capire da dove iniziare. Alcuni fattori importanti da considerare includono i materiali utilizzati, i processi di produzione, la qualità, la durata, l’imballaggio e il trasporto. La cosa più ardua è capire quali marchi sostengono realmente le loro affermazioni di sostenibilità ed etica e quali invece raccontando falsità attraverso il subdolo velo del greenwashing.
Man mano che cresce la domanda di prodotti sostenibili, è inevitabile che sempre più marchi affermino di essere veramente attenti all’ambiente, utilizzando termini vaghi come: “verde”, “etico” ed “ecologico” che però non hanno alcun valore legale e quindi non possono essere provati. L’unico modo semplice e veloce per sapere se un marchio di moda è “realmente” sostenibile è cercare le sue certificazioni.

La trasparenza è sempre il primo passo verso la consapevolezza.

I brand davvero sostenibili, condividono il loro impegno attraverso i loro siti Web, utilizzando fatti e cifre a sostegno delle loro affermazioni.
Le certificazioni di moda sostenibile svolgono quindi un ruolo cruciale nel settore, fungendo da simbolo dell’impegno di un’azienda verso pratiche di produzione etiche e rispettose dell’ambiente. Tali norme nascono con l’obiettivo di aiutare il settore tessile a sottoporre i propri prodotti a rigorosi test al fine di garantire il rispetto delle normative di riferimento. Tuttavia, non tutti si riferiscono alla stessa area, coprono diverse tematiche ambientali lungo tutta la filiera e valutano molteplici aspetti. Sono disponibili diverse certificazioni e ciascuna si concentra su un particolare valore della sostenibilità, come l’ambiente, il lavoro equo, i materiali organici, il benessere degli animali, l’uguaglianza di genere, i rifiuti e il riciclaggio, la biodiversità
È importante capire cosa significano queste particolari certificazioni in modo da avere la possibilità di prendere le decisioni coerenti e consapevoli, senza timore di essere sottoposti a greenwashing.

Con questo obiettivo, ho composto una semplice guida alle certificazioni di moda sostenibile.

Certificato GOTS

Il Global Organic Textile Standard (GOTS) è esattamente come sembra: definisce lo standard per i tessuti realizzati con fibre organiche. I prodotti certificati GOTS aderiscono a rigorosi criteri ambientali e sociali e devono contenere almeno dal 70% al 95% di fibre organiche (a seconda dell’etichetta). Devono altresì utilizzare coloranti approvati GOTS, evitare sostanze pericolose, garantire la sicurezza sul lavoro e nessun lavoro minorile. Qualsiasi tessuto può essere certificato GOTS, ma presenta principalmente prodotti in cotone, lana e seta. Lo standard riguarda la lavorazione, la produzione, l’imballaggio, l’etichettatura, il commercio e la distribuzione di prodotti tessili e si basa sull’ispezione e sulla certificazione in loco dell’intera filiera tessile.

ZQ

Indica lana fabbricata in modo responsabile e rispettosa dell’ambiente. La lana con questo riconoscimento è prodotta in modo sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale ed economico, secondo elevati standard di benessere degli animali ed è riconducibile alla fonte. La maggior parte della lana ZQ è lana merino allevata e prodotta in Nuova Zelanda.

RWS – MULESING FREE

Il Responsible Wool Standard mira a migliorare il benessere delle pecore e della terra su cui pascolano. Il Responsible Wool Standard (RWS) richiede che tutti i siti, dagli allevatori di lana al venditore nella transazione finale business-to-business, siano certificati. Gli agricoltori e gli allevatori RWS devono soddisfare i requisiti di benessere degli animali, gestione del territorio e sociali.
Il mulesing è una pratica chirurgica utilizzata nell’allevamento ovino che consiste nell’asportazione di una parte di pelle dalla zona perianale degli animali. Le lane certificate MULESING FREE oppure NO MULESING provengono da allevamenti sostenibili nei quali questa pratica non viene effettuata.

BLUESIGN – Etichetta tessile sostenibile

Il marchio svizzero BLUESIGN è un’autorità indipendente che fornisce soluzioni sostenibili per la lavorazione e la produzione a marchi e industrie. Se un prodotto è approvato BLUESIGN, significa che è stato realizzato in modo responsabile, sia nei confronti delle persone che del pianeta, e tutti gli impatti sociali e ambientali negativi sono stati ridotti al minimo. Ha quindi sia criteri sociali che ecologici come: assenza di sostanze pericolose, utilizzo prevalente di materiali biologici riciclati o certificati, utilizzo idrico responsabile; nessun lavoro forzato o minorile, orari di lavoro equi e congedo di maternità.

BCI – Per un cotone migliore

La Better Cotton Initiative (BCI) è una certificazione moda che lavora per rendere il cotone un bene comune sostenibile e migliorare gli impatti ambientali e sociali causati dalla sua produzione. Se un prodotto include l’etichetta BCI, il processo del cotone utilizzato in quell’articolo è stato coltivato ed esportato consapevolmente: preservando la biodiversità e la salute del suolo e garantendo una gestione idrica sostenibile. Garantisce anche l’assenza di lavoro minorile, la parità salariale e il salario minimo legale.

STANDARD 100 di OEKO-TEX

Tra le certificazioni di moda sostenibile è la principale che testa l’assenza di sostanze nocive nei componenti tessili, in ultima analisi, garantisce che i tessuti e componenti siano completamente sicuri per l’uso umano. Filati finiti o grezzi, tessuti a navetta e a maglia, accessori inclusi bottoni e cerniere, e capi di abbigliamento di ogni tipo sono esempi dei materiali che possono essere testati e certificati STANDARD 100. I rigorosi criteri sono standardizzati a livello globale, vengono aggiornati almeno una volta all’anno e, se necessario, si basano su eventuali risultati scientifici pertinenti o requisiti di legge. Per ottenere la certificazione Oeko-Tex Standard 100, il tessuto deve essere testato e certificato per essere privo di oltre 100 sostanze notoriamente dannose per la salute umana.

PETA – in difesa degli animali

Se un prodotto ha una certificazione People for the Ethical Treatment of Animals, significa che è vegano. La PETA ha 2 loghi approvati: uno che certifica che i prodotti non contengono ingredienti o sottoprodotti di origine animale nel processo di produzione; l’altro cruelty-free certifica che i marchi i loro fornitori non conducano, commissionino, paghino o consentano alcun test sugli animali per i loro ingredienti, formulazioni o prodotti finiti in qualsiasi parte del mondo. Un prodotto può essere cruelty-free, ma non necessariamente vegano, quindi ci sono due loghi PETA di cui bisogna prendere nota.

CRADLE to CRADLE

Indica un prodotto completamente riciclabile o biodegradabile, realizzato con processi produttivi a minimo impatto e non dannosi in alcun modo per le persone e per l’ambiente. Il programma di certificazione si applica a materiali, sottoassiemi e prodotti finiti ed è un’opportunità per le aziende di dimostrare un design eco-intelligente. Cradle to Cradle è il principale standard multicategoria basato sulla scienza utilizzato a livello globale in tutti i settori da designer, marchi e produttori per progettare e realizzare prodotti che consentano un futuro sano, equo e sostenibile.

WRAP

Worldwide Responsible Accredited Production (WRAP) è il più grande programma di certificazione di strutture indipendenti al mondo focalizzato su abbigliamento, calzature e prodotti cuciti. Si occupano di certificare le fabbriche, non i marchi, quindi potreste non vedere questa certificazione relativa al brand, ma piuttosto sul sito Web di un fornitore. WRAP certifica ogni fabbrica in base alla sua conformità ai loro 12 principi fondamentali. Questi principi si basano sulle leggi locali standard sul posto di lavoro generalmente accettate a livello internazionale.

B CORP

Se un’azienda è etichettata come Certified B Corporation, significa che è stata riconosciuta come una società che sta facendo la sua parte nel guidare un cambiamento positivo verso un’economia più sostenibile. Le B Corp certificate bilanciano profitto e scopo, sono completamente trasparenti e soddisfano i più elevati standard di prestazioni sociali e ambientali.

FAIRTRADE – Commercio equo solidale

La certificazione Fairtrade sostiene la protezione dei diritti delle comunità agricole e dei lavoratori in tutto il mondo. Se un prodotto porta il marchio Fairtrade, sostiene i diritti e il sostentamento di questi lavoratori; lavoratori che, con il materiale o l’oggetto che stanno producendo, soddisfano gli standard sociali, economici e ambientali concordati a livello internazionale. Non lasciatevi ingannare, però: i prodotti possono essere commercializzati come “commercio equo” senza la necessaria verifica indipendente di terze parti che Fairtrade ha, quindi assicuratevi di cercare il marchio Fairtrade.

FASHION REVOLUTION

Se la vostra lettura di questo articolo è arrivata fino a qui, siete sicuramente sensibili all’argomento; mi permetto quindi di segnalarvi anche la FASHION REVOLUTION, un movimento globale che unisce persone e organizzazioni che insieme vogliono cambiare radicalmente il modo in cui i nostri vestiti vengono acquistati, prodotti e consumati affinché siano realizzati in modo sicuro, pulito ed equo. Se volete assicurarvi di acquistare capi prodotti in modo etico, cercate i marchi di abbigliamento che partecipano alla rivoluzione della moda. Ciò significa che i loro processi di produzione garantiscono salari equi a tutti i dipendenti e le fasi di produzione sono completamente tracciabili e trasparenti. Purtroppo Fashion Revolution non fornisce ancora una vera e propria certificazione ma è sicuramente un’organizzazione che fornisce informazioni certe e responsabili.

Poiché spesso piccoli e autofinanziati, molti marchi benché etici non possono permettersi di pagare per tutte le certificazioni pertinenti. Tuttavia, indipendentemente dal fatto che un marchio che si pubblicizza come etico possa o meno permettersi queste certificazioni moda sostenibile, può essere assolutamente trasparente sugli aspetti ambientali e sociali della propria catena di fornitura, sia che ciò venga mostrato esplicitamente attraverso le proprie pagine sui social media o in modo approfondito sul proprio sito Web. La misurazione e la gestione di una catena di approvvigionamento dovrebbero essere parte integrante delle operazioni quotidiane di qualsiasi marchio “etico” e ciascuno dovrebbe garantire che vengano pagati salari dignitosi, vengano stipulati accordi contrattuali e vengano rispettate pratiche sostenibili, indipendentemente dalle loro dimensioni.

Cris…VeryCris

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