Questo lungo articolo ha come titolo “ relazioni” che significano connessioni, corrispondenze, legami, rapporti, vincoli tra fatti, persone, valori, grandezze, attività, categorie, fenomeni, idee…
Scegliamo noi …
La pandemia sta alterando i nostri rapporti con lo spazio, con la malattia, con il tempo, con il futuro. Ci sta separando, confinando, terrorizzando, sta pregiudicando le relazioni al lavoro e con il lavoro, sta mettendo in serio pericolo la nostra economia.
Quando pensiamo alla globalizzazione in senso positivo ci immaginiamo una integrazione ed interdipendenza di economie, culture, popoli, guidata da tecnologie, commercio, informazioni, investimenti, flussi migratori, tutte cose che dovrebbero fare “crescere” cultura, economia, idee e relazioni in modo omogeneo, ma non è o non è mai stato così.
La pandemia però ha corrotto, o forse erano già corrotte e non ha fatto altro che renderle evidenti, le relazioni politiche ed economiche tra comunità e stati, facendo crescere la diffidenza e la propensione all’isolamento facendo venire meno tutte le prerogative positive alla base della “sana” globalizzazione che io personalmente appoggio.
Tutto è diventato improvvisamente pericoloso, instabile, precario. La pandemia oltre che sanitaria è diventata anche economica e sociale.
Certo oggi siamo davvero “spaesati” e come potremmo non esserlo?
E’ anche complicato capire, interpretare le notizie che ci vengono fornite dai media.
Pressati dall’emergenza, mantenere, ricomporre, rinnovare, crescere ci sembrano missioni impossibili e non riusciamo a scorgere o a pensare a obiettivi consistenti che sarebbero necessari almeno per trovare una nuova rotta.
Eppure in tutto questo marasma io voglio scorgere una prospettiva interessante: il BIL ossia il Benessere – Interno – Lordo ( tratto da un articolo letto non so dove ma che ha focalizzato la mia attenzione).
Il PIL ,che tutti conosciamo , indica il valore complessivo dei beni e servizi prodotti all’interno di un Paese in un anno. È un indicatore “quantitativo” della crescita ma non dello sviluppo che è un concetto “qualitativo” , “crescita” e “sviluppo” non sono la stessa cosa e secondo il mio modesto parere il benessere deriva anche dallo sviluppo.
E come possiamo contribuire personalmente al benessere, alla crescita, allo sviluppo del nostro Paese, della nostra città, della nostra comunità, del nostro quartiere?
E’ questa la prospettiva sulla quale dovremmo convogliare le nostre energie perché significa aumentare e migliorare il livello della nostra qualità di vita, anche in un momento precario come questo.
Le attività indipendenti stanno fronteggiando una sfida senza precedenti: molte imprese sono state costrette a fermarsi, mentre altre potrebbero chiudere definitivamente. Ecco perché, in questo momento, aiutare le attività indipendenti è più importante che mai.
Le attività locali sostengono l’economia reale e creano valore per tutta la comunità: ma come possiamo supportare ristoranti, palestre, librerie, botteghe e tutte le imprese che fanno girare la nostra economia rispettando le regole di distanziamento sociale?
La buona notizia è che molte attività hanno adottato strategie per continuare a vendere pur limitando il contatto umano, i piccoli negozi sono sicuramente più sicuri dei centri commerciali e riescono a gestire e mantenere il distanziamento e la sicurezza con più facilità.
Tutte le attività, anche le più piccole ormai si sono attrezzate per consegne a domicilio o per la vendita on-line, è quindi fondamentale anche da questo fronte sostenere le piccole attività locali.
Nell’era dei social dove tutto è condiviso, recensito e commentato il fattore umano è ciò che fa veramente la differenza.
Queste attività rappresentano l’anima e la storia delle nostre città, e fanno parte di ognuno di noi.
Ricordate? Benessere Interno Lordo è questo il nostro obiettivo.
Il piccolo negozio, la bottega, il ristorante significano storia, identità e comunità. Ogni bottega che chiude è una perdita di competenze, di conoscenze, di valore economico e sociale, di un pezzo di tessuto anche culturale delle nostre città. E’ un danno per la qualità della vita dei residenti e anche per l’appeal turistico del territorio.
Al di là delle loro dimensioni, le piccole imprese sono caratterizzate dallo spirito dei loro fondatori che sono testa e cuore dei loro business e gestiscono ogni aspetto dell’attività, tra cui l’assistenza clienti.
A guidarle, ci sono imprenditori coraggiosi: intrepidi, ambiziosi e resilienti, che inventano, costruiscono e progettano anche durante i periodi più incerti.
La loro intraprendenza è linfa vitale per l’innovazione che fa avanzare il mondo, perché è di questo che si nutrono. E tutti noi abbiamo bisogno di loro.
Le attività locali sostengono l’economia reale, generano valore per tutta la comunità: creano benessere, danno lavoro e aiutano altre aziende a nascere e svilupparsi sulla loro scia.
L’imprenditoria incentiva l’imprenditoria: quando acquistate da un’azienda locale, i vostri soldi restano nella comunità e aiutano l’economia reale. Questo si chiama effetto moltiplicatore.
Ad esempio, il titolare di un ristorante acquista ingredienti a km zero, si avvale di un intermediario in loco per sottoscrivere una polizza assicurativa e assume un’agenzia locale per farsi pubblicità… si costruiscono sinergie che creano benessere e aiutano la comunità a prosperare.
Noi, come consumatori, possiamo assicurare un futuro a questi commercianti, aiutandoli a restare a galla durante la crisi.
Ora più che mai, abbiamo una scelta. Acquistare e vendere oggi è anche un modo di esprimersi.
Questa potrebbe anche essere una sorta di ripartenza e di possibile rilancio per le piccole attività, ricordatevi che siamo “ noi” che creiamo il mercato, con le nostre scelte e le nostre priorità, siamo noi le basi dell’economia, noi che acquistiamo.
Ora più che mai, siamo chiamati a fare la nostra parte per sostenere le nostre imprese e salvaguardare il motore produttivo dell’Italia.
Le piccole attività garantiscono un percorso più breve dal produttore al consumatore e ciò significa più trasparenza nella qualità e nell’origine dei prodotti che acquista. Le piccole imprese, in molti casi, producono in prima persona i prodotti che vendono, oppure rivendono prodotti di marchi indipendenti, che producono in modo etico e scelgono fornitori locali.
Secondo me acquistare nelle piccole boutique aumenta anche la qualità del nostro shopping e ci permette di fare acquisti più consapevoli per molti motivi:
– Per acquistare qualcosa di unico o selezionato con cura.
Parliamo di moda? Cerchi qualcosa di bello, di marchi emergenti o provenienti da produzioni artigianali? Per evitare il mainstream occorre rivolgersi ai piccoli negozi, per trovare Brand originali o provenienti da produzioni artigianali, dalla pelletteria, dal tessile tutti settori identificativi dell’eleganza genuinamente italiana. Molti negozianti fanno gli acquisti “pensando” e “ ricordando” i desideri dei loro clienti, il rapporto è tra persona e persona.
– Per essere accompagnati da competenza:
Mi sto riferendo non solo all’accortezza nella selezione delle marche e prodotti ma anche di autorevolezza di chi ha il mestiere nelle mani, di anni vissuti fra tessuti, gioielli, vini o formaggi e che diventa il miglior Personal Shopper dei propri clienti
– Per fare ogni giorno una scelta etica
Acquistare è una forma di democrazia e l’espressione di una visione del futuro. Spendere ora significa sostenere un cambiamento che porta benessere a tutti, all’economia come alle persone.
Magari pagherete un po’ di più per questi prodotti rispetto alle grandi catene; ma ricordate, state pagando qualcosa che alla fine tornerà nelle vostre tasche sotto forma di sviluppo economico locale.
VeryCris
Clicca per votare questo articolo!