La voce di Christian Dior riecheggiava su una Parigi reinventata, mentre l’uomo Dior AI 2022 di Kim Jones sfilava lungo la replica dell’emblema del romanticismo della Ville Lumière: Pont Alexandre III.
Sono infiniti i motivi per innamorarsi di Parigi e una passeggiata lungo la Senna, ammirando il ponte più emblematico della città che offre una vista imperdibile della Tour Eiffel, è uno di questi. Un ponte molto peculiare difficile da non notare con le sue statue dorate rappresentanti Pegaso che attirano i raggi del sole; con i suoi trentadue candelabri che lo illuminano di notte. Al pubblico di Dior è stato offerto uno spaccato della storia della maison, che incorpora sia il design che il patrimonio geografico.
Non è possibile passare senza farsi travolgere dalla sua particolare bellezza.
Pont Alexandre III è stato costruito per celebrare l’Esposizione Universale del 1900 ed è un pilastro dello skyline della città che attraversa la Senna. Collega il Grand Palais sulla riva sinistra e il Petit Palais sulla riva destra. Prende il nome dallo zar Alessandro III ed è stato progettato dagli architetti Joseph Cassien-Bernard e Gaston Cousin in stile Art Nouveau.
Sculture in bronzo dorato di cavalli alati fiancheggiano ogni pilone e rappresentano Arti, Scienze, Commercio e Industria. Il centro del ponte ad arco presenta anche ninfe di rame martellato, create per commemorare la storica alleanza franco-russa. Cornice inaspettata di moltissimi film dalla connotazione romantica, come per esempio “Midnight in Paris”di Woody Allen; ora è stato sfondo della sfilata più celebrativa della Maison Dior.
La sfilata AI 2022 della maison francese per eccellenza si è svolta a Parigi nel giorno del compleanno di Christian Dior, nato il 21 gennaio 1905;
celebrando ulteriormente, sia i 75 anni dalla prima sfilata dell’etichetta, sia i 25 anni dalla prima collaborazione con il modista Stephen Jones. La Ville Lumiere di Mr. Jones è stata evocata come un luogo di eleganza e raffinatezza; una potente celebrazione del grigio Dior, con sfumature di blu nelle sue diverse interpretazioni. La Senna ondeggiava, invitandoci a passeggiare nello straordinario cuore della capitale francese. Il lento mutare della luce di una Parigi di primo mattino sembrava riflettersi sulle silhouette in movimento. Un nuovo Dandy con tanta gioia di vivere, ma assorto nei suoi pensieri, passeggiava sul Pont Alexandre III.
La collezione ha celebrato la quintessenza dello spirito di Dior.
Come la predilezione di Monsieur Dior per il grigio Trianon, con il quale decorava le pareti dei suoi saloni di Avenue Montaigne; e il famoso New Look del brand, che ha scioccato il mondo della moda quando è stato presentato nel 1947, con i suoi volumi stretti che celebrano la vita e l’uso superfluo del tessuto. Entrambi sono stati celebrati nella collezione Dior AI 2022 uomo, che presentava morbide interpretazioni maschili della silhouette Bar Jacket e look in sontuose tonalità di grigio, dalle tute ai capi sartoriali.
Il direttore artistico Kim Jones è un maestro nel rivisitare la sartoria couture, traendo ispirazione dagli archivi ma aggiungendo iniezioni di romanticismo.
In un armonioso disordine hanno sfilato camicie impeccabili ma portate fuori dai pantaloni; cappotti meravigliosamente drappeggiati color ardesia e tortora; blazer con impunture bianche, tagliati come per rivelare il bordo della cimosa; Birkenstock in suede sling-back con motivo sulle suole con il logo Dior; romantici maglioni ricamati con motivi floreali a rilievo; delicate applicazioni di cristalli sui guanti in pelle e tanti, tantissimi cappelli.
Uno dei mood celebrativi della collezione sono stati proprio i cappelli.
Opera di Stephen Jones, l’ispirato cappellaio britannico che ha lavorato con Dior per un quarto di secolo. E proprio il celebrato Stephen Jones, ha affiancato il direttore artistico Kim Jones nel suo inchino post-sfilata, mentre un’esplosione di luce è stata proiettata sullo sfondo di un grigio skyline di Parigi.
La sfilata di Dior AI 2022 è stata un’operazione onirica; meravigliosamente cinematografica, nella quale il maestro Jones ha danzato leggero, ispirandosi alle sue muse: nient’altro che il grande Dior e Parigi.
Cris…VeryCris
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1 Commento
[…] alla loro eccezionale abilità artistica e visionaria, cosa hanno in comune i designer Dior, Jean-Paul Gaultier, Rei Kawakubo, Kim Jones, Raf Simons, Maria Grazia Chiuri, Vivienne Westwood, […]