La Maison Valentino ha avviato una collaborazione con Tissu Market intitolata “Sleeping Stock”; una favola eco friendly all’insegna dell’upcycling di tessuti metaforicamente addormentati, provenienti da passate collezioni Haute Couture e Prêt-à-porter. Tessuti unici, ricchi di storie affascinanti ancora da raccontare e ancora troppo vivi per giacere inutilizzati negli archivi, iniziano così un nuovo ciclo di vita e tornano protagonisti, all’insegna della creatività e di nuovi ambiti di utilizzo. Gli archivi di moda raccontano la storia di un marchio e sono spesso un riferimento per i futuri designer; richiamano l’identità del brand creando versioni moderne. Approccio che però fino ad ora ha riguardato principalmente abiti già realizzati.

Illustrazioni di Annika Huett

Come l’arte postmoderna, la moda è ossessionata da sé stessa e dai suoi riferimenti.

Il nuovo amore per il Vintage che si è sviluppato negli ultimi anni, parla sia dei temi della democraticità della moda sia di quelli della sostenibilità. Ma contrariamente alla parola Vintage, il termine “archivio” indica pezzi iperpreziosi. È un modo per conservare la storia in tempi caratterizzati da rapidi cicli di tendenza e costante sovrapproduzione. I motivi per cui i giovani acquistano la moda d’archivio variano dalla consapevolezza ambientale, al desiderio di dare la caccia a un pezzo speciale o all’apprezzamento della storia di un abito o di un brand; è un arricchimento culturale. La Maison Valentino con questo progetto di upcycling è una delle prime a rendere i suoi tessuti d’archivio accessibili in modo trasparente agli acquirenti privati, quindi a noi.

Il fascino e l’emozione di trovare un tessuto con una storia io l’ho provato nel 2013.

Ho sempre posseduto un approccio minimalista e sostenibile verso la moda ma senza esserne completamente consapevole; frugare nei magazzini dei vecchi negozi di tessuti è sempre stata una mia passione, sia per la realizzazione delle mie collezioni di pezzi unici che per me stessa. Molto spesso ho avuto le idee chiare rispetto alla rappresentazione di un abito, talmente chiare da non riuscire a trovare il tessuto “perfetto” che si sposasse con il mio ideale. Avevo in mente un abito unico e cercavo un tessuto altrettanto unico. Ed ecco che un giorno, nel retro di una bottega storica, ho trovato un prezioso scampolo di una collezione Giorgio Armani datato 1980: un broccato floreale bicolore dalla cadenza perfetta; è stato un “colpo di fulmine”.

Abbracciamo la mentalità che pone la bellezza e il lusso in una prospettiva responsabile.

Di fronte a varie gravi preoccupazioni, tra cui la bruciante crisi climatica ed energetica, ora più che mai, la sostenibilità rappresenta un valore centrale nella visione di molti marchi di moda. Una nuova moderna concezione del lusso, per essere rilevante, deve necessariamente aumentare la consapevolezza; ampliando il suo orizzonte in un nuovo mercato di consumo che integri artigianalità, cultura e sostenibilità.

Valentino, reintroducendo sul mercato i tessuti dormienti delle collezioni del passato, spinge il trend degli archivi verso una rilevanza moderna, dando vita a nuova creatività, a nuove creazioni e visioni; un percorso di upcycling in continua evoluzione, alla ricerca di soluzioni alternative per generare un cambiamento positivo. Troveranno così nuova vita chiffon, taffetà, rasi dévoré, crêpes de chines con stampe floreali, georgette di seta e pizzi guipure (un pizzo molto traforato) utilizzati nelle collezioni della Maison, conservati negli archivi e altrimenti destinati a non essere più utilizzati. Potranno essere acquistati da giovani studenti di moda, futuri designer o da chiunque con una visione della moda personale e moderna; animata da cultura e da un’impronta sostenibile. I valori artistici della moda che sono sopravvissuti nel tempo, non servono solo a preservare un patrimonio storico inestimabile, ma anche a creare una fonte di ispirazione e di ricerca futura.

La più grande minaccia per il nostro pianeta e per la nostra storia è la convinzione che qualcun altro li salverà.

Non è un segreto che l’industria della moda sia uno dei maggiori inquinatori dell’ambiente, seconda solo a petrolio e gas. Le nostre abitudini sono quelle che lo alimentano, attraverso il consumo eccessivo e il fast fashion. Come consumatori, scartiamo il 73% dei vestiti che acquistiamo e la produzione di 1 chilogrammo di tessuto genera 23 chilogrammi di gas serra. Per ridurre l’impronta di carbonio della moda, c’è ovviamente l’usato, ma anche l’economia circolare e il riutilizzo di vecchi stock di tessuti in modo creativo e responsabile è uno strumento efficace.

Illustrazioni di Annika Huett

La perfetta fusione tra moda passata e presente.

Valentino ha deciso di contribuire con questa nuova frontiera di upcycling, insieme a Tissu Market, il leader nell’acquisto e nella rivendita di tessuti, con sede nel bellissimo quartiere di Sentier a Parigi; tra i suoi clienti annovera molti attori del mondo artistico (opera, teatro, cinema, ecc.) ma anche della moda (styling, costumisti, giovani studenti, ecc.) e perché no, a breve anche noi. Inoltre, tutti i proventi delle vendite di questo “Sleeping Stock”, verranno devoluti alla Bottega dell’Arte di Valentino. Un programma di formazione artigianale che profila l’atelier e trasmette il savoir-faire alla nuova guardia. L’obiettivo è trasmettere il know-how unico della Maison alle generazioni future.
Il mio auspicio è che questo progetto green venga a breve seguito ed imitato da molte case di moda. D’altra parte le vecchie botteghe di tessuti, che una volta erano la mia più grande fonte d’ispirazione, non esistono più; la mia ricerca di scampoli unici e inimitabili continuerà sul web attraverso i portali dedicati, o preferibilmente, con una passeggiata nel Sentier di Parigi!

Cris…VeryCris

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