Roy Hargrove (foto  Vinicio Drappo)
Roy Hargrove (foto Vinicio Drappo)

“E’ tardi, saranno le dodici e mezzo o l’una di notte. La scena si svolge in qualche posto al mondo dove la gente swinga fino al mattino. Il locale ha un palco,alle pareti sono appese foto di jazzisti che hanno fatto la storia. A volte è affollato, a volte no. A volte fatiscente, a volte elegante. Tu sali sul palco, stringi le mani a tutti. Annunciano un pezzo, magari “ Have You Met Miss Jones?”, e wow … ecco che vai! La gente comincia a sorridere e ad entrare in sintonia, gridando voci di approvazione per quello che si sta suonando. Certi musicisti sono allegri, altri tristi. Il barista fa portare dei drink sul palco. Benvenuto ad una jam session.
Se la sezione ritmica funziona puoi startene lì a suonare, o solamente ad ascoltare, ubriaco di swing, finchè non sorge il sole”.
(Come il jazz può cambiarti la vita – Wynton Marsalis )

Roy Hargrove (foto Annamaria Mearini)
Roy Hargrove (foto Annamaria Mearini)

Perugia si è trasformata in un’ enorme platea a cielo aperto, con swing in ogni angolo, note che si diffondono senza sosta per la città, locali storici, piccoli teatri, strade, piazze e ogni altro spazio occupato dalla musica. Dieci giorni e dieci notti di spettacolo continuo, Umbria Jazz 2014, è giunta al termine, un po’ di tristezza mi assale.
La vitalità, la creatività, la sorpresa, la confusione di suoni, di gente…..la musica e specialmente le jam, mi mancheranno.

Greta Panettieri – Diego Ruvidotti – Andrea Ambrosi ( foto Vinicio Drappo)

Pensate al jazz nel suo periodo d’oro, quando i locali notturni, da New York a Parigi, traboccavano di musicisti provenienti da ogni parte del mondo, ogni esibizione era uno spettacolo per gli occhi e per le orecchie, il pubblico partecipava attivamente ed era parte integrante della serata, chiamata “jam”.
Durante tutta la kermesse perugina, si sono svolte nelle ore piccole, al termine degli impegni serali dei musicisti, in locali nascosti tra i caratteristici vicoletti del centro storico…come nella migliore tradizione del Jazz degli esordi: nella storia del Jazz sono rimaste celebri le jam-session tenute tra il 1941 e il 1942 alla “ Minton Playhouse” di New York, durante le quali è germinato lo stile bebop.

Jam- session al ” Ricomincio da Tre” in centro con Alberto Mommi – Marcello Allulli – Mirko Rubegni

E siccome “ la vita è un po’ come il jazz: è meglio quando s’improvvisa “ (George Gershwin), …ho trascorso tutte le serate, fino all’alba, in “quei locali”, poco conosciuti per molti, ma non per tutti e fuori dalla programmazione del festival, dove a fianco ai mostri sacri del jazz nazionale ed internazionale, presenti in cartellone, artisti noti e virtuosi della musica jazz, erano pronti a far scattare la jam, il rito più importante per un jazzista.
Spettatrice e partecipe di un armonico, fluido e coerente processo creativo, un concerto ogni volta diverso, nuovo ed unico e ogni volta straordinario, un intreccio che continuamente cambia forma, si modula, si plasma sull’improvvisazione dell’uno e dell’altro artista, un coinvolgente scambio tra menti libere.

Roy Hargrove – Fabrizio Bosso – Diego Ruvidotti – Fulvio Sigurta
( foto Gabriele Ballabio )

Quello che accade durante una jam: non è immaginabile, il “solo”, l’improvvisazione di ogni singolo artista, è una storia imprevedibile che suscita energia palpabile, quindi “ il bello” è prestare la massima attenzione a tutto quello che ha da dirci e… se ci è piaciuto ciò che ci ha raccontato, applaudire con entusiasmo!
L’assolo jazz ha dato ad un gran numero di musicisti l’opportunità di apporre il loro marchio creativo nella storia della musica “ ( Wynton Marsalis )

David Boato – Roy Hargrove & Band -Diego Ruvidotti – Francesco Ponticelli

Passato, presente e futuro viaggiano nel jazz in una continua e perenne jam-session…” il musicista sceglie un brano “standard” (passato), lo interpreta e lo sviluppa nell’improvvisazione (presente), creando qualcosa di nuovo (futuro).
Questi spettacoli “underground”, organizzati da mecenati del jazz come Fabio Giacchetta, hanno visto partecipare artisti di calibro che dopo il loro spettacolo “ufficiale”, hanno interagito generosamente con altri musicisti, a strettissimo contatto con il pubblico …facendo respirare l’atmosfera dei tempi delle jam storiche.

Roy Hargrove & Band ( foto Annamaria Mearini)
Roy Hargrove & Band ( foto Annamaria Mearini)

Ed ora che umbria Jazz è giunta al termine?
Niente paura, la kermesse è finita ma il jazz continua…in quei club che coraggiosamente portano avanti la programmazione live di livello durante tutto l’anno, come per esempio il “ Ricomincio da Tre Music Club” a Perugia… perchè come dice Wynton Marsalis…

Umbria Jazz 2014 – jam session

” ...Il jazz può cambiarti la vita “
Cris Pedrotti

Photos by:
Vinicio Drappo  www.viniciodrappo.it
Annamaria Mearini   annamaria.mearini@gmail.com
Gabriele Ballabio www.entropyastudio.com
Cris Pedrotti

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