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Coco Chanel

Stephen Jones il cappellaio gloriosamente glamour

Trasformativo e divertente è il modo in cui Stephen Jones, il cappellaio per antonomasia, definisce il lavoro della sua vita.

Oltre alla loro eccezionale abilità artistica e visionaria, cosa hanno in comune i designer Dior, Jean-Paul Gaultier, Rei Kawakubo, Kim Jones, Raf Simons, Maria Grazia Chiuri, Vivienne Westwood, John Galliano e Marc Jacobs? La risposta è il geniale modista iconoclasta, dal talento spaventoso: Stephen Jones. Per onorare la sua intramontabile carriera, durante la London Fashion Week, è stata svelata la sua ultima collezione autunno-inverno 2023.

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Piccole, grandi storie di moda: Salvador Dalì e i costumi da bagno

Salvador Dalì non era estraneo al mondo della moda. Dalla creazione di copertine surrealiste per la rivista Vogue, alla sua amicizia e collaborazione creativa con la couturier italiana Elsa Schiaparelli. Per Dalì gli abiti rappresentavano solo un altro pennello che usava per dipingere il suo personaggio bizzarro, considerato emblematico per la maggior parte dei creativi di tutto il mondo.

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Sei chic ?

La moda è fatta di aggettivi dal potere evocativo che materializzano un’idea, cioè che raccontano in poche sillabe concetti complessi che rimandano ad un immaginario preciso.

E’ noto che la relazione fra le lingue più diverse ha sempre caratterizzato il codice di sarti, artigiani tessitori, modiste, ricamatrici già dai tempi passati e che quindi le incursioni straniere sono facilmente entrate a far parte del linguaggio universale della moda e quindi anche di quello comune.
Ci sono termini coniati dalle passerelle più esclusive, presi in prestito da mondo dell’arte, da personaggi che hanno creato delle vere e proprie rivoluzioni di stile e altri più storici ci raccontano la storia del costume ci parlano di corti e di salotti.
Presa da un impulso di curiosità ho deciso di andare a recuperare il punto di inizio, la sorgente di alcuni aggettivi esterofili ormai di uso quotidiano.
Siete pronte? Let’s go!
chic-
Chic, sinonimo di un’eleganza raffinata, pur avendo un non so che di vintage, si dimostra ancora molto vitale e apprezzato nel gergo usuale.
Non è ben chiara l’origine della parola francese, alcune fonti sostengono che derivi dal tedesco schick e che poi i francesi abbiano cominciato ad usarla (scrivendola chique) per identificare la disinvoltura, il savoir faire ed infine l’eleganza.
Il Larousse dei primi del ‘900 indica però un’altra ipotesi, tutta francese che farebbe risalire l’origine della parola, ai tempi di Luigi XIII ( inizi del ‘600) quando a corte per definire un uomo molto abile a destreggiarsi con la legge, si usava chic come diminutivo dalla parola chicane che aveva il significato di cavillo, passaggio a zigzag.
Nel tempo chic ha mutato significato ed è con quello di eleganza che è approdata in Italia.
Deve essere stato con la Belle Époque che le signore imbevute di cultura francese, indispensabile nella buona società, hanno cominciato ad usarla per definire uno stile ed un gusto inconfondibile. La cultura francese ha dominato la buona borghesia italiana fino alla seconda guerra mondiale.
Ma l’aggettivo chic nasconde in sé un mondo fatto anche di immagini che evocano immediatamente due icone come Coco Chanel e Audrey Hepburn.
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chic-audrey
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Che cosa ha reso innegabilmente Chic queste due donne?
Non solo e non necessariamente la bellezza, l’eleganza chic ha dei codici tutti suoi che includono: l’atteggiamento, il portamento , l’equilibrio tra classico e originale, la finezza e la misura.
Essere chic è quindi una dote innata?
Forse si, è una predisposizione dell’animo e non è legata al capo di vestiario, ma a come si indossa la vita.

Cris (VeryCris)

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Paris… mon amour

coco
Parigi, la città dei sogni e dello stile per eccellenza.
Chi non ha mai sognato di camminare sugli Champs Elisees, di sedersi al Cafè de Flore, mangiare dolcetti alla meringa ammirando la bellezza e la classe delle donne parigine per cercare di carpirne l’essenza?
Pensiamo ad icone come Brigitte Bardot o Ines de la Fressange, al loro stile indefinibile, frutto di una fusione eclettica di grazia ed eleganza; un gustoso mix di raffinatezza e “ je m’en foutisme”, direi più un atteggiamento, uno stato d’animo.
Lo stile “parisienne” è un punto di riferimento nel mondo della moda, possiede un appeal emozionale che tutte vorremmo possedere e rende oggetto del desiderio la donna che lo indossa.
Come tutte le tendenze iconiche è uno stile senza tempo che mescolato a capi trend crea nuovi look per il presente.
Ho scelto per voi le “ Breton Stripes”, un classico dello stile parigino, lanciato nell’universo del fashion già nel 1917 dalla splendida, visionaria Coco Chanel la quale, dopo aver visto le maglie a righe dei pescatori sulle spiagge di Deauville, iniziò ad indossarle anche lei e con il suo incredibile carisma trasformò un semplice capo in una dichiarazione di moda chic.
Portiamo un po’ di quella magia nel nostro look, indossiamo un make up minimo cercando di enfatizzare gli occhi o le labbra ma mai entrambi; i capelli un po’ indisciplinati lisci o avvolti in uno chignon morbido ma non troppo curato, assumiamo l’aria di una che con nonchalance indossa capi di couture ed eleva lo street style allo stato di glamour.
La giocosità è un elemento fondamentale della vita e quindi divertiamoci indossando le  “stripes” con sicurezza e personalità.
Scegliamo il capo must e mixiamolo con tacco a spillo o stivali, giacca smoking, rossetto rosso, cappello a tesa larga o basco, gonna midi, jeans …
Look romantico, aggressivo, bon ton, sporty?
Ecco le mie proposte,prendetele come spunto o copiatele e ricordatevi che avete l’approvazione di Coco Chanel!
pannello 1 deep into paris
pannello 4
Senza titolo-1pannello 3
Senza titolo-2
tavola 2
Parigi è nel cuore…
sbizzarritevi con i commenti, il bello del blog sono le vostre interessanti risposte.

Cris Pedrotti

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