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Il design nella moda sostenibile: la mia intervista per “Sustenia”

La moda sostenibile, è un movimento e un processo di promozione del cambiamento del sistema moda verso una maggiore integrità ecologica e giustizia sociale. Alcuni stilisti stanno già svolgendo un lavoro eccezionale in questo ambito, mentre altri sono solo all’inizio di questo processo.


La moda è sempre stata per me una questione di personale passione, di cultura e di stile ed ora dopo più di trent’anni di attività come designer sono ad un punto della mia carriera in cui la prospettiva è cambiata. Il mio impegno e il mio focus a questo punto è quello di trasmettere conoscenze tecniche e creative agli studenti di moda per aiutarli a diventare la migliore versione di sé stessi. Questa opportunità di fare di più per chi insegue lo stesso sogno che ho perseguito io è altrettanto entusiasmante. E proprio questa opportunità formativa mi concede la possibilità di innescare una scintilla di cambiamento nell’ambito che mi compete e dare il mio contributo attivo alla causa della moda sostenibile.
Il processo di progettazione infatti gioca un ruolo decisivo nella creazione di una filiera della moda più sana, ed è proprio questo l’argomento dell’intervista che mi è stata fatta da “Sustenia”: Azienda umbra specializzata in corsi di formazione e servizi alle imprese.

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Il consumo sostenibile nella moda è una realtà? Calcola il tuo personale impatto sull’ambiente

Analizzare se la moda sostenibile sia una realtà è cosa complicata e contraddittoria.

E’ vero che ci sono più iniziative, campagne e prodotti sostenibili rispetto al passato, il che suggerisce un crescente impegno nella giusta direzione, purtroppo però il grado e l’entità delle “azioni” dietro la facciata sono estremamente variabili e insufficienti.

La buona notizia è che molte persone hanno davvero preso coscienza della necessità di consumare in modo più sostenibile per preservare le risorse del pianeta. Tuttavia, secondo i risultati, pochi fruitori traducono le loro preoccupazioni in cambiamenti significativi nei loro consumi. Esiste un contrasto tra la sincera consapevolezza e la ferma adozione di nuovi comportamenti. I risultati evidenziano un atteggiamento critico nei confronti dei brand considerati irresponsabili, senza però alcun bonus assegnato ai brand impegnati.

Nonostante la consapevolezza degli effetti dannosi della “fast fashion” sull’ambiente, sui lavoratori e sui consumatori, perché continuiamo ad acquistare e sostenere questo settore?

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Moda upcycling: interazione tra memoria e futuro

La moda consapevole può essere audace, sperimentale e innovativa; oggi per presentare il secondo giovane talento del Made in Italy vi parlo dell’upcycling come principio progettuale per la moda circolare.

L’economia circolare, come approccio opposto all’attuale economia lineare, è una delle aree più importanti della politica ambientale e interessa l’industria della moda e quella tessile.

Va fatto notare che l’upcycling è diverso dal riciclo.

Entrambi i concetti hanno a che fare con la seconda vita dei prodotti, ma hanno caratteristiche e un approccio diverso.

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L’attrazione del Denim vintage: caccia all’oro blu

I consumatori Millennial, Gen Z e non solo, si stanno rivolgendo al vintage per soddisfare i loro desideri di moda nostalgica, sostenibile, unica nel suo genere e con una storia; nulla più del denim rispecchia questa visione. La stessa usura, diventa pregio ed espressione di unicità: piccoli strappi e toppe che lo rendono irripetibile. Certo non è una novità. Da sempre il jeans è il capo più ricercato tra i mercatini dell’usato, tanto che gli stessi rivenditori di fast fashion, ne hanno emulato il look logoro, ma prodotto in serie.

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Capire il prezzo di un capo di abbigliamento

Prima di arrivare nelle mani del consumatore finale, il percorso di un capo è davvero molto lungo e ogni passaggio ne determina il prezzo. Dall’acquisto del tessuto, al taglio dei pezzi del modello, alla produzione e distribuzione; ci sono molti passaggi che devono essere considerati prima che il capo arrivi su un appendiabiti.

Da parte del cliente, può essere difficile fare una scelta e decidere di chi fidarsi quando si acquista un semplice maglione. Ciò non sorprende, poiché il prezzo al dettaglio spesso non è correlato al valore reale. Un marchio che produce all’estero non è sempre sinonimo di cattiva qualità e viceversa.

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