La moda è una pratica sociale e culturale, è un mondo complesso e affascinante che va ben oltre l’estetica; l’esperienza dell’indossare è un atto profondamente personale, influenzato dalle emozioni, dai ricordi e dall’immaginazione, è un atto sensoriale di auto-creazione.
Quando pensiamo alla moda ci concentriamo prevalentemente sull’aspetto visivo ed estetico degli abiti: i colori, i tagli, le tendenze. Ma cosa accadrebbe se ampliassimo questa prospettiva esplorando anche il tatto, l’olfatto, l’udito e persino il gusto? Questo approccio aptico – che potremmo definire moda sensoriale – sposta il focus dal puro apparire al piacere di “percepire” i nostri abiti, rendendoli parte di un’esperienza intima.

Percepire infatti significa esattamente: provare una sensazione attraverso uno o più dei cinque sensi, fatta eccezione per quello della vista. In questo articolo, esploreremo come il nostro rapporto con i capi di abbigliamento superi l’estetica e la rappresentazione, immergendoci nelle sensazioni che essi evocano e nell’influenza che hanno su di noi, sia a livello fisico che emotivo.

Con il termine “moda sensoriale” intendo un invito a ripensare il modo in cui viviamo i nostri abiti.

Spesso la moda viene ridotta a un mezzo di comunicazione visiva in cui il corpo vestito viene osservato e interpretato dagli altri, spesso in un definito contesto sociale. Tuttavia, questa prospettiva trascura la dimensione vissuta dell’abbigliamento, come esso ci fa sentire mentre lo indossiamo.
Questo approccio ci incoraggia a considerare l’abito come “un’atmosfera” per il corpo, un mix di aspetto, consistenza, suoni e odori che si fondono in un ambiente multisensoriale. Il termine “atmosfera” si riferisce in modo più olistico al modo in cui l’abbigliamento e il corpo si mescolano durante il movimento. Non si tratta solo di apparire, ma di vivere e percepire.

Il corpo vestito come soggetto attivo.

Tradizionalmente, la moda si analizza attraverso la prospettiva dell’osservatore. Ma cosa accade quando spostiamo l’attenzione sul portatore? Indossare un capo significa percepirne il tocco, il movimento, l’odore e il suono sul corpo in movimento. L’esperienza sociale e culturale del corpo, di cui l’abito è un aspetto, può in questo modo essere vista come mediata attraverso tutte le modalità sensoriali. Comprendere l’esperienza centrata sul corpo che “sente” e “si muove” ci permette di riconoscere l’identità dell’essere vestiti.
Questa prospettiva ribalta il paradigma tradizionale, celebrando il corpo vestito come un soggetto attivo che crea significati e connessioni attraverso l’abbigliamento. L’esperienza dell’indossare, quindi, è tangibile. Un’esperienza in cui la materialità dell’indumento è mediata dalla pelle umana e dal nostro percepire.

Elevare la moda ad una sinfonia sensoriale.

Come si percepisce, profuma e suona un abito? Il nostro legame con i vestiti è profondamente radicato nelle sensazioni che essi suscitano. Il modo in cui i vestiti si sentono sulla pelle, l’aroma che emanano e persino i suoni che producono, contribuiscono a creare un’esperienza unica. Pensiamo alla sensazione di un morbido maglione di cashmere in una giornata fredda, al suono ritmico dei tacchi che ci accompagna mentre camminiamo, o all’odore rassicurante di un capo appena lavato.

La materialità dei tessuti e il loro impatto emotivo.

L’esperienza di indossare quindi non è solo visiva, ma coinvolge tutti i sensi. La pelle umana, il nostro organo più esteso, interagisce con i tessuti creando un dialogo continuo. Il taglio, la costruzione, la composizione e il peso di un abito ne definiscono non solo l’apparenza, ma anche come lo “sentiamo”.
Un esempio è dato dalla viscosa, un materiale che si adagia sul corpo con una fluidità quasi liquida, creando una sensazione di leggerezza e armonia. Oppure pensiamo alla lana, che dona una sensazione di calore e protezione, evocando conforto e sicurezza. “Atmosfere“ che condizionano il nostro portamento e anche il nostro umore.

Il tatto, la connessione più intima.

Indossare un abito significa sentire il tessuto sulla pelle. Materiali come il velluto, la seta o il lino offrono esperienze tattili uniche e profondamente differenti. La levità eterea della seta sfiora la pelle come un soffio d’aria che scivola delicatamente tra le dita, mentre la lana merino accarezza dolcemente. Ogni tessuto ci racconta una storia, creando emozioni che influenzano il nostro umore e la percezione di noi stessi.

Il profumo dei tessuti.

I nostri indumenti hanno il potere di trattenere e trasmettere odori, evocando ricordi ed emozioni. La seta cruda scricchiola dolcemente in un fruscio asciutto e discreto, un suono quasi vegetale come quello delle foglie che evoca un profumo appena percettibile di natura, di campi assolati e di fibre organiche non trattate. Queste esperienze percepite derivano dalla proprietà delle fibre di trattenere le molecole di profumo e su pelli differenti reagiscono in modo differente.

Il suono dell’eleganza.

Anche il suono dei vestiti gioca un ruolo significativo. Pensate al fruscio delicato di un abito fluente o al tintinnio dei gioielli. Questi dettagli creano una “colonna sonora” personale che ci accompagna nei movimenti quotidiani, rendendo la moda una vera e propria sinfonia sensoriale. La leggerezza tangibile del cashmere che non produce alcun rumore al movimento, ne aumenta la sensazione di discrezione e intimità, come un velo che accompagna il corpo senza opporvi resistenza. Il Nylon invece produce un fruscio distintivo, simile al rumore di un sacchetto, che accentua il suo carattere sintetico. In movimento, può sembrare leggermente rigido e scattante creando un’interazione meccanica con la pelle.

Il lato affettivo dell’indossare.

Indossare è quindi un’esperienza affettiva che include l’atteggiamento di chi veste, lo stato d’animo emotivo, i ricordi e l’immaginazione. I capi possono evocare ricordi, rappresentare legami con persone care o momenti significativi della nostra vita. Questo legame emozionale è parte integrante della moda sensoriale, trasformando un atto quotidiano in un gesto ricco di significato. Tutti abbiamo degli abiti preferiti, dei capi o degli outfit del cuore che trascendono le tendenze ma che ci fanno sentire sempre a nostro agio. Questi capi grazie all’ “atmosfera” che creano per i nostri sensi hanno con noi un legame profondamente affettivo ed intimo. E’ grazie a questo legame che splendiamo!

Quando indossiamo qualcosa a cui abbiamo attribuito un significato positivo, ci percepiamo in modo positivo e iniziamo a comportarci in modo diverso in tutti gli aspetti della nostra vita.
Ed è qui che lo sguardo sul corpo vestito include anche una comprensione di questi altri aspetti sensoriali; una sorta di empatia verso l’esperienza sensoriale di chi indossa i vestiti.

La moda sensoriale quindi ci incoraggia a considerare il nostro abbigliamento, come un’estensione significativa del nostro sé.

Che sensazioni evocano i vostri abiti preferiti? Quanto conta per voi la sensazione sulla pelle rispetto all’aspetto visivo? Riflettere su queste domande potrebbe essere il primo passo per abbracciare una visione più completa e consapevole della moda. Dopo tutto, non si tratta solo di cosa indossiamo, ma di come lo viviamo.

Cris…VeryCris

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