Chi non ha nel cuore le immagini e le atmosfere africane di “ La mia Africa” ?

“Io conosco il canto dell’Africa, della giraffa e della luna nuova africana distesa sul suo dorso, degli aratri nei campi e delle facce sudate delle raccoglitrici di Caffè. Ma l’Africa conosce il mio Canto? L’aria sulla pianura fremerà un colore che io ho avuto su di me? E i bambini inventeranno un gioco nel quale ci sia il mio nome? O la luna piena farà un’ombra sulla ghiaia del viale che mi assomigli? E le aquile sulle colline Ngong guarderanno se ci sono? “ (Karen Brixen)

La mia Africa è un film del 1985 diretto da Sydney Pollack, ispirato, anche se con alcune discrepanze, all’omonimo romanzo autobiografico di Karen Blixen.

La mai così splendida Meryl Streep interpreta la Blixen e Robert Redford impersona Denys Finch-Hatton, un cacciatore con cui la Blixen vive una romantica storia d’amore.

Oltre alla straordinaria poesia e bellezza del racconto e la meravigliosa ambientazione, questo film ha forse pochi uguali, in quanto a fascino dei costumi che per quanto mi riguarda, sono diventati loro stessi attori e protagonisti della storia. Il costume design è un processo creativo che a volte passa inosservato vedendo un film, amalgamandosi in modo naturale con la narrazione, la fotografia e le atmosfere, ma ne è un aspetto fondamentale, come la colonna sonora.

Oggi vi voglio regalare uno sguardo approfondito, un viaggio nei costumi e negli abiti del film…un idillio tra cinema e moda.

Milena Canonero
La designer

Partiamo parlando della italianissima Milena Canonero, costumista della pellicola in questione e di altri meravigliosi film come The Grand Budapest Hotel , A Clockwork Orange, The Shining , Marie Antoinette, Arancia meccanica. Super premiata e orgoglio per la nostra fama di creativi, la Canonero ha svolto un’approfondita opera di ricerca e studio per ricreare le atmosfere dell’era coloniale africana dal 1914 al 1924. Partendo da fotografie della vita reale di Karen Blixen in Danimarca, visitando le ambasciate e i musei di Nairobi e Londra, studiando gli abiti delle tribù native del Kenya con l’aiuto dell’antropologo Richard Leakley e indagando sugli abiti dei coloni europei dell’inizio del XX secolo. I costumi occidentali sono stati realizzati a Londra, mentre i costumi tribali in un laboratorio appositamente creato dalla Canonero a Nairobi.

Colori

Il colore come elemento narrativo ed emotivo per accompagnare la protagonista. Sfumature rarefatte di beige, terra, blu, verde o nero, per fondere poeticamente e delicatamente la protagonista nel paesaggio africano. All’arrivo in Africa, Karen, è vestita del caldo colore avorio.  I toni chiari si alternano ad altri kaki e sabbia per gran parte del film, fino a quando non parte per la Danimarca. I toni scuri nel periodo felice in Africa vengono usati solo negli abiti da sera per dare un tocco di eleganza. Tornata dalla Danimarca quando scende dal treno, la si vede indossare un vestito blu scuro. È allora che predominano i toni scuri, per evocare il periodo delle guerre che si stava vivendo in Europa. I colori vivaci sono stati invece riservati al guardaroba delle tribù.

Messaggi

Karen indossa sempre pantaloni e completi per andare a caccia, gonne lunghe e camicie per delineare il carattere liberale e forte della protagonista. Elementi come le cravatte quando è nella piantagione le conferiscono austerità e carattere autoritario. I tessuti di lino e cotone predominano, essendo i più adatti al luogo in cui si trova, ma non mancano anche indumenti vaporosi di seta, per capi delicati come camicie da notte e vestaglie, per non tralasciare il carattere romantico, sensuale e femminile della protagonista.

Sposa

L’abito da sposa in seta bianca della baronessa Blixen ha un design non perfettamente inserito nei canoni stilistici dell’epoca per confermare la sua personalità travolgente di donna moderna, intellettualmente caratterialmente in anticipo sui tempi. Milena Canonero è riuscita attraverso i suoi abiti, a rappresentare una donna indipendente, una combattente, una sognatrice romantica ma concreta con una visione che andava oltre i suoi tempi, come una donna del 21°secolo.

Dettagli e accessori

L’amore che la protagonista prova per la gente si esprime attraverso dettagli, come il modo in cui vengono indossate le toghe, simile a come fanno le tribù locali o le sciarpe colorate e le collane. Cappelli, stivali e spille sono gli articoli più comunemente usati per completare gli outfit da safari e la leggenda dice che molti accessorie fossero oggetti personali di Karen Brixen prestati per l’occasione.

Cappelli

La trasformazione dei cappelli di Karen è voluta per mettere in risalto l’evoluzione personale del personaggio e del suo cambiamento interiore. Lo stile borghese all’inizio, per riflettere l’eleganza e la distinzione della protagonista, per finire con cappelli safari o in paglia, per evidenziare l’adattamento al nuovo paese. Non più copricapo per moda, ma per uso pratico di protezione dal sole.

“ La mia Africa” mostra design affascinanti che hanno reso di moda lo stile safari anche oltre 30 anni dopo la sua premiere.

Quindi state pronte, il prossimo articolo sarà su come sfoggiare lo stile safari in città…stay tuned

Cris…VeryCris

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