Dopo Prato, Ossie Clark e Celia Birtwell tornano in mostra a Milano fino al 10 aprile 2023, grazie alla Fondazione Sozzani, al patrocinio della Camera della Moda Italiana e alla collezione d’archivio di Massimo Cantini Parrini.Un’esperienza che non mi sono certo fatta sfuggire durante l’esposizione presso Il Museo del Tessuto di Prato e che, come appassionata di moda e di cultura e come docente, mi ha affascinato oltre misura.

Le audaci stampe ispirate a Picasso e Matisse di Celia Birtwell, trasformate magicamente da Ossie in silhouette aggraziate ispirate allo stile degli anni ’30 e ’40, hanno generato qualcosa di completamente originale. Nonostante una carriera di breve durata, Ossie Clark è ampiamente ricordato come un innovatore il cui talento e visione hanno trasceso il microcosmo della King’s Road e influenzato innumerevoli designer, come Yves Saint Laurent che lo idolatrava.

Gli abiti iconici di Mr & Mrs Clark, il duo del Flower Power, non definiscono solamente un’era della storia della moda britannica che si pone tra la minigonna go-go di Mary Quant e il movimento punk sovversivo di Malcolm Maclaren e Vivienne Westwood (1965 al 1974), ma continuano a suggestionare la moda femminile di tutto il mondo.

E mai come in questo periodo storico, l’opera artigianale e su piccola scala del genio tecnico e creativo di Ossie Clark e Celia Birtwell, diventa ispirante e motivante; tramandata attraverso abiti preziosi, custoditi amorevolmente negli armadi privati di collezionisti come il celebre costumista Massimo Cantini Parrini, fa emergere un sentimento particolarmente attinente ad una nuova visione della moda: l’artigianalità come controcorrente a marchi giganteschi, oggi padroni del mercato. Cosa può insegnare questa mostra alle nuove generazioni di designer? Sicuramente la libertà dalle logiche economiche; la sperimentazione di stili, mezzi espressivi, materiali e tecniche.

Il segreto e il romanticismo che circondano i capi disegnati dal duo Ossie Clark e Celia Birtwell rimangono impalpabili quanto reali.

Per usare le parole di Clark:

“…sognare un abito e renderlo reale. E che cosa è un sogno realizzato se non un sogno esso stesso? Un po’ di magia resa ancora più bella dalla sua evidente impermanenza, dalla sua estraneità al nostro mondo freddo e tormentato”.

Ossie era volatile, accattivante, aspro, difficile ma brillante; racchiuso in una piccola cornice, vestito con i maglioni fatti a mano di sua madre, una camicia con stampa di Celia o un completo verde pistacchio. Amava la natura: gli alberi, i fiori, la luna, le stelle, il colore, le forme naturali; tutto lo eccitava e il suo obiettivo era creare bellezza nel suo lavoro, non fare enormi somme di denaro. Era un Gemelli e un’anima fragile, aveva quella che alcuni chiamano una “personalità instabile” che ha poi minato il suo incommensurabile talento.

Il percorso di Ossie Clark e Celia Birtwell è la dimostrazione del valore dell’alchimia e del lavoro in team; il loro punto di forza è stata la loro sinergia creativa.

Raymond Clark, noto come “Ossie”, si è laureato al Royal College of Art; subito dopo la laurea ha stretto una partnership con la designer di tessuti Celia Birtwell, conosciuta ai tempi della scuola e poi sposata; il duo ha unito gli sforzi collettivi nella creazione di una boutique chiamata “Quorum” situata a Chelsea, non lontano dalla famosa King’s Road, nel cuore della nuova “Swinging” London.
Celia ha iniziato il processo di progettazione del gruppo realizzando schizzi concettuali di quella che ha definito la sua “ragazza dei sogni”, una formosa donna preraffaellita in abiti bohémien con volant in vivaci stampe floreali mescolate ad Art Déco ed elementi kitsch in colori insoliti.

Una volta perfezionate le sue idee per la stampa su sottili crêpe, sete e chiffon, Ossie li ha trasformati in splendidi abiti, drappeggiando e combinando tessuti trasparenti con scollature profonde; il tutto mantenendo ed esaltando il glamour sofisticato della moda degli anni ’30 da cui aveva attinto l’ispirazione. Un’altra grande influenza sull’eredità del design di Clark sarebbe stata nel 1959 la sfilata degli abiti in chiffon, ispirati alla forma geometrica della spirale, di Pierre Cardin a Parigi. Nonostante avesse preso spunti dal passato per la sua estetica del design, Ossie è stato un pioniere, un genio nel comprendere gli elementi matematici del design e un vero talento sartoriale, capace di creare e tagliare un modello appoggiando il tessuto sul corpo.

Audaci ma mai volgari, le creazioni di questa coppia di designer possono a tutti gli effetti considerarsi attuali e contemporanee.

Dal Nude Look ai volant sulle camicie da uomo; dalle giacche di serpente alle fantasie pop art; dai lunghi cappotti in tweed alle geometrie stilizzate…Ossie e Celia furono i precursori della decontestualizzazione e del concetto di performance alle sfilate.

L’abbigliamento è connesso con l’arte del movimento…Gli unici capi che hanno veramente successo sono quelli che appaiono armoniosi con il corpo di chi li indossa”,

Uno degli eroi di Ossie era il ballerino Vaslav Nijinsky da cui ha preso ispirazione per i suoi abiti, proprio pensando al movimento, come anche per il taglio in sbieco. La sua conoscenza della danza e della storia del costume lo ha aiutato a creare abiti che non limitassero la mobilità del corpo. Spesso affermava che i designer potevano disegnare “fino a diventare blu in faccia”, ma ciò che contava non era la produzione di massa o una silhouette che nessuno aveva visto, ma la costruzione di qualità e il senso di libertà che ne scaturiva.

Le leggendarie sfilate di Ossie Clark

Clark è stato tra i primi stilisti a comportarsi come una pop star e i suoi clienti erano dello stesso ambiente: Marianne Faithfull, Anita Pallenberg, Brian Jones, Julie Christie. Ha realizzato un top in raso abbinato e un set di pantaloni per Marsha Hunt, un cappotto in pelle di serpente per Twiggy e tute in velluto per Mick Jagger. Da vero sperimentatore di mezzi espressivi, nel 1970 per la sua sfilata, ha messo in scena uno spettacolo al municipio di Chelsea; accompagnato dalla colonna sonora composta da David Gilmour dei Pink Floyd ha attirato il top delle celebrità di allora però con una netta mancanza di stampa di moda o acquirenti; a Clark è sempre mancato il senso degli affari.

Tra il pubblico: Cecil Beaton a Lady Diana Cooper e Christopher Gibbs; gli artisti David Hockney e Patrick Procktor; i Beatles e i Rolling Stones, Brigitte Bardot, Marianne Faithfull, Liza Minnelli, Jeanne Moreau e Britt Ekland.

Gli spettacoli di Ossie Clark erano particolarmente inclusivi.

Il livello di libertà sulle passerelle dei suoi eventi era per allora una rivoluzione; alcune modelle ondeggiavano e ballavano esprimendo una sana gioia di vivere hippie, mentre altre scivolavano lungo le passerelle caute come se fossero fatte di vetro.

Ossie ha contribuito ad introdurre l’idea delle sfilate di moda come teatro. Attraverso il sottile sipario che divideva il pubblico dal backstage, fan e clienti potevano intravedere la sagoma di Ossie, sigaretta in una mano e ago e filo nell’altra, vestire le modelle con le sue creazioni. La musica della passerella era sempre all’avanguardia, qualcosa di nuovo e scioccante; “Walk on the Wild Side” di Lou Reed era uno dei brani preferiti e i testi slinky e seducenti impostati sul jazz da caffetteria erano il perfetto contrasto con l’elevata energia delle atmosfere.

Manolo Blahnik ha disegnato alcune delle sue prime scarpe appositamente per le passerelle di Clark: sandali scamosciati verde mela allacciati alla caviglia, con un grappolo di ciliegie applicato. Blahnik una volta disse del lavoro di Ossie: “Ha creato un’incredibile magia con il corpo e ha raggiunto ciò che la moda dovrebbe fare: produrre desiderio”. Nel 1972 Jagger è apparso sulla copertina di Life indossando uno dei modelli di Ossie: una tuta stringata di velluto bianco tempestata di occhielli e paillettes argentati e allacciata con una fascia di seta rossa.

Ossie Clark ha inaugurato una nuova era di femminilità ma ha anche iniziato una ridefinizione, anche maschile, di inedite combinazioni per valorizzare il corpo.

Completamente avulsa da connotazioni temporali, la creatività dello stilista ha adottato linguaggi eterogenei accumunati dal desiderio di vestire il movimento con leggiadria.

Con l’avvento del punk in Gran Bretagna, intorno al 1978, gli abiti diafani di Clark passarono di moda e lui, anche a causa del suo stile di vita, e ormai divorziato da Celia, rimase in bancarotta e senza lavoro, iniziando una vorticosa spirale verso il basso, fino alla sua morte nel 1996, per mano di un suo amante.

Spero di avervi incuriosito ed ispirato ad andare a visitare questa splendida mostra a Milano “Mr & Mrs Clark. Ossie Clark and Celia Birtwell | Fashion and Prints 1965-74″, per scoprire quanti e quali abiti di questa coppia di talentuosi designer, apripista della modernità, indossereste tuttora.

I tagli che sfiorano il corpo e le stampe originalissime, rimangono desiderabili oggi come lo erano negli anni ’60 e ’70. Celebrità come Emma Watson, Cate Blanchett e Sienna Miller li hanno scelti e indossati sul tappeto rosso.

Cris…VeryCris

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