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Women’s fashion

Buon anno nuovo

Buon Anno Nuovo

Vorrei dire a tutti che il 2020 è stato un anno terribile… ma che se non cambiamo noi ce ne saranno un’infinità di altri anni terribili…compreso il 2021 quindi…

Auguro a tutta l’umanità di responsabilizzarsi rispetto agli eventi, di essere unita e solidale, di proteggere e rispettare la natura, di abbandonare e condannare tutti gli atteggiamenti che generano egoismo, avidità, soprusi, violenza sia verbale che fisica, di isolare gli sciacalli, approfittatori delle paure e debolezze altrui, di cercare di mettersi un po’ nei panni degli altri per quanto possibile prima di giudicare, di recuperare valori anche economico-finanziari alla portata d’uomo.

Il nostro Karma siamo noi e solo noi possiamo cambiarlo, voliamo un po’ più alti di così…

Buon anno nuovo a tutti !!!

Cris…VeryCris

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Pierre Cardin

Pierre Cardin
Pierre Cardin ci ha lasciato…una bellissima eredità.

Anni prima della missione Apollo 11 e ben prima dell’uscita di “2001 Odissea nello spazio” di Stanley Kubrick , lo stilista Pierre Cardin, che nel 1950 fondò la sua etichetta omonima a Parigi, immaginava attivamente la vita sulla frontiera galattica. La sua moda dal mood stravagante ha dato contorni allo spirito culturale visivo e stilistico dell’era spaziale.

“Il mio capo preferito è quello che invento per una vita che ancora non esiste”, ha detto spesso, “il mondo di domani”.

Cardin ha reinventato la minigonna con silhouette geometriche affilate come rasoi, ornamenti grandi come gioielli, grandi cerniere e ritagli. Ha realizzato tute, merletti e tute di maglieria per qualsiasi genere. Materiali sintetici innovativi come acrilico, vinile, paillettes, lurex e metalli scintillanti spesso erano presenti nei suoi progetti. Ha lavorato con un materiale chiamato Dynel, un tessuto che poteva essere modellato a caldo in pieghe complesse, commercializzandone una versione con il nome Cardine. Progettista di completi, ha immaginato elmetti di vetro a cupola e cappelli architettonici in un colore a blocchi di colore. Ha prodotto abiti ultraterreni e ha catturato l’immaginazione del pubblico per un giorno in cui i viaggi nello spazio potrebbero essere all’ordine del giorno.

Pierre Cardin

Dall’abito a bolle al costume Mao, dalla moda cosmonauta alla moda unisex, all’abito modellato in fibre sintetiche. Pierre Cardin mostra un feroce appetito per la sperimentazione. Le sue forme costruiscono sagome geometriche basate su cerchi e triangoli; il loro volume scultoreo richiede che il corpo si adatti ad esso. Pioniere, Pierre Cardin ha portato l’arte di vivere giapponese a Parigi e l’ha portata in vita nelle sue collezioni. Un viaggio nei dintorni del 1960 in Giappone sarà decisivo per questo incontro con la cultura giapponese. Lì incontra Hiroko Matsumoto, una modella giapponese che lo accompagna a Parigi e diventerà la sua amante. Nella sua casa di moda, Mademoiselle Hiroko è stata la sua musa e la sua musa ispiratrice per quasi dieci anni.

L’innovazione era il suo mantra…

Pierre Cardin grazie per averci trasmesso il tuo immaginario !

Cris…VeryCris

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Benedetta Barzini – timeless inspiration 1963

Benedetta Barzini: il fascino che resta immutato nel tempo.

Negli Anni Sessanta Diane Vreeland voleva modelle con personalità e cercava quella nuova bellezza a cui corrispondeva perfettamente l’italiana Benedetta Barzini dal volto irregolare e mediterraneo .Le fu presentata dall’italoamericana Consuelo O’Connell Crespi, all’epoca redattrice di moda, che la notò per strada.

Benedetta Barzini esordio con Diane Vreeland Vogue America

Benedetta debutta come modella nel 1963 a Roma per Vogue America ed entra così a far parte di quella costellazione di icone degli anni ’60.

Io non mi sono mai immedesimata nella follia del mestiere: perché, di follia, avevo la mia personale, che era anche più forte…Soffrivo di anoressia: ed è una malattia che ti tiene lontana dagli specchi, dal rivedere le tue fotografie, che ti fa scappare dal tuo corpo…”. ( B. B.)

Cominciò così, a vent’anni il suo esordio nella moda come modella. Benedetta pensò che sarebbe rimasta lontana dall’Italia solo qualche giorno, invece vi rimase per cinque anni. Gli obiettivi delle macchine fotografiche di Bert Stern, di Richard Avedon e di altri grandi fotografi, immortalarono quel suo particolare “volto” che metteva in evidenza una sofisticata interpretazione del look mediterraneo.

Barzini-Benedetta-1963-buccellati-collana
Benedetta-Barzini-in-Mila-Schon-Rome-1968
Benedetta-Barzini-Vogue-1965
Benedetta Barzini 1970 1965 con Moravia e Maraini

Benedetta Barzini la prima top model italiana degli anni ’60 è ancora bellissima, di una bellezza magnetica fatta di distanza, di quella distanza che crea appeal.

Mi è capitato di fare questo lavoro e mi ha insegnato tantissimo, ma all’epoca facevo quello che mi veniva richiesto e lo facevo al meglio. Non mi interessava il prodotto finito, mi interessava che chi lavorava con me mi dicesse: ‘abbiamo lavorato bene con lei, la richiamiamo’. Il risultato era il loro, non c’entravo io. Io facevo solo il mio lavoro” (Dall’intervista a Silvia Nucini su Vanity Fair )

Il suo lavoro lo ha fatto mantenendosi critica e distaccata, da intellettuale prestata all’immagine ed è in questa distanza che trapela il segreto del suo carisma.

Benedetta-Barzini-Vogue-1965-e-Sfilata-Marras

Il ritorno in Italia

Dopo 5 anni di vita da top model in America la Barzini tornò in Italia diventando una delle modelle predilette di Ugo Mulas, si dedicò poi alla famiglia, all’insegnamento sempre nel campo della moda e all’impegno politico. Negli anni 70 abbracciò da militante la causa femminista, diventando scrittrice e docente acuta e controcorrente di Antropologia della moda, in eterna lotta con un sistema che per lei significa sfruttamento del femminile.

Musa, modella, femminista, docente, giornalista, ribelle e anticonformista. Non si può definire Benedetta Barzini perché significherebbe inquadrarla in uno o più stereotipi che lei ha sempre rifiutato. Ma una cosa è certa, questa donna dalla personalità complessa e dall’intelligenza acuta ci ha regalato una delle conquiste che ha rivoluzionato il sistema moda, cioè che il fascino batte il tempo.

E’ il simbolo di un nuovo modo di vedere la moda, quello che va oltre l’idea che la bellezza debba per forza fondersi con la gioventù è una donna che non ha paura dell’età e del tempo.

Attualmente la Barzini è ancora modella, noi tutte, pensando a lei abbiamo bene impresse le immagini di una splendida donna orgogliosa delle sue rughe e senza trucco che sfila per i brand più prestigiosi come Armani, Gattinoni, Marras, Gucci…

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2012-Donna-Karan-Benedetta-Barzini
Benedetta-Barzini-per-Mila-Schön-Rocha-Anna-Molinari

Ogni volta che torna a sfilare o a posare per qualche fotografo, trionfante del rifiuto della chirurgia plastica e anche del trucco, tutti la guardano con ammirazione. Possiede tutt’ora un magnetismo che viene più dal pensiero che dal mestiere e l’innata capacità di riempire la scena:

“Da ragazza mi sono sempre detta: non lasciarti confondere da nulla”. ( B. Barzini)

Ha avuto ed ha ancora la capacità innata di nobilitare un abito, non solo attraverso la sua naturale eleganza, ma con l’intelligenza e la grazia che si rivelano attraverso la fierezza dello sguardo, la misura del movimento.

Ha dimostrato che non è la bellezza a contare, neanche nella moda, forse è la personalità, l’anima di una donna, ciò che resta dopo che la bellezza cambia o svanisce.

2017-Benedetta-Barzini-sfilata-Gregi-2012

Grazie a lei le donne ora, non sono più schiacciate sotto il peso di un’immagine di bellezza irraggiungibile, legata alla giovinezza e per questo è stata premiata per il suo impegno contro gli stereotipi femminili.

Stile ed eleganza sono attitudini che non svaniscono con il tempo, anzi, la consapevolezza e l’accettazione di sé esprimono la bellezza e la personalità.

Bene sarebbe ricercare una propria identità e difenderla senza timore riuscendo a non cadere nei clichè; è l’omologazione che va condannata! Non dobbiamo pensare sempre di essere costrette ad esibire la nostra bellezza e convincerci che non dobbiamo piacere continuamente.” ( Benedetta Barzini)

Rodo-campagna-2018-Benedetta-Barzini

Vorrei finire questo articolo riportando uno scritto di Antonio Marras a lei dedicato appoggiato sulle sedie della sala della sfilata a lei dedicata:

«Cara Benedetta è tanto che volevo scriverti, è tanto che volevo dedicarti una collezione, la cosa più preziosa che ho. Ho pensato a te nel scegliere tessuti e materiali, forme e volumi, ricami e intagli. È per te che ho scelto i colori». Si tratta di colori indefiniti e profondi, come rosa pallido, azzurro e amaranto; i colori dei quadri di pittori francesi dei primi del Settecento come Boucher e Watteau. «Ho pensato a te perché mi ricordi la Marchesa de Merteuil (la protagonista de Le relazioni pericolose di Pierre-Ambroise-François Choderlos de Laclos), libera dai cliche’ moralistici di una società che vive di apparenza. Perché sei unica e rigorosa e quindi puoi permetterti di essere cinica e sincera. E perché al contrario della Marchesa, hai vinto». (tratto da Il Corriere della sera)

Gucci, dopo aver reclutato Benedetta Barzini per la campagna Cruise 2020, ha chiamato la modella a posare anche per il lookbook della Pre-fall Donna 2020-21.

La musa rappresenta un punto d’arrivo ben superiore alla ’bellezza’ poiché non è legata alla temporalità della giovinezza.

Cris…VeryCris

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Come un plaid…

Il motivo plaid, ha una storia lunghissima che, decennio dopo decennio si rafforza, è sempre uno degli stili più cool delle stagioni fredde.

La fantasia tartan o per l’appunto plaid è diventato emblema del guardaroba della donna contemporanea.

Trame scozzesi, fantasie a quadri, tessuti a quadretti, abiti in stile plaid, palette di colori caldi e avvolgenti che custodiscono secoli di storia e significati che vanno dalla tradizione alla ribellione dei movimenti degli anni ’70, reinterpretati nello stile eclettico, vera e propria ossessione di quest’anno.

street style

Fantasioso ma senza eccedere, di carattere ma sempre elegante, il motivo plaid piace a tutti perché è versatile: lo si può indossare su uno scamiciato a un evento o su una camicia a un concerto rock e risultare ugualmente impeccabili e credibili, senza scadere nella banalità.

Il tartan è rassicurante perché ciclico: ogni vent’anni ce lo troviamo nell’armadio sotto forma di gonna a pieghe, pantaloni, camicia, giacca, trench o cappotto. Ed è sempre attuale.

La fantasia plaid è tanto raffinata e classica sui capi strutturati di taglio sartoriale, quanto perfetta per lo stile di vita all’aria aperta, come le camicie, le giacche oversize e i cappotti.
È un pattern irrinunciabile dello stile preppy che ben si abbina ai maglioncini di cachemire e al velluto a coste ed è amato persino da chi preferisce un look più rock quando i quadretti vengono abbinati alla pelle, ai jeans skinny aderenti neri o grigi e ai capi dai tagli asimmetrici.

Se lo stile della fantasia tartan è molto versatile, lo saranno anche le scarpe da abbinare al look: a seconda del capo preferito si potranno indossare combat boots, stivaletti stringati, sandali col tacco grosso da portare sulle calze coprenti o calzetti molto di moda ora, stivali al ginocchio, mocassini e ballerine.

Sbirciate tra gli street style che ho scovato e scegliete il vostro capo preferito e l’abbinamento perfetto per il vostro mood.

cappotto plaid giallo Alexa Chung € 480,00
Cappotto plaid VeryCris € 120,00
Decoltè scozzesi Nicole Saldana Pumps Deborah €188,00
cappotto plaid mood VeryCris € 120,00
sabot tartan Manolo Blahnik € 650,00
Cappotto VeryCris plaid quadri grigio € 120,00
Pant tartan plaid blu VeryCris €80,00
mantella check plaid VeryCris € 90,00
ispirazione street style

Spero che le foto e i suggerimenti di acquisto vi siano stati di ispirazione

A presto…

Cris…VeryCris

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Edie Sedgwick – timeless inspiration 1965

Cantami, oh musa…

Edie Sedgwick, palesemente bella e straordinariamente ricca, fu segnata da un’infanzia traumatica e dolorosa e dall’abuso di sostanze stupefacenti. Viso angelico e bellezza da copertina, grandi occhi da cerbiatto spaurito e fisico esile. Incarnazione dello stile Swinging Sixties, iconica e complicata “It girl” americana, salita alla ribalta come musa di Andy Warhol negli anni ’60, è ancora fonte di ispirazione per creatori di stile e d’immagine. Un esempio ne è la sfilata della primavera/estate 2013 di Marc Jacobs: in passerella modelle che indossavano magliette rigate e abiti dalle grafie pop. Lo sguardo, il trucco, le movenze esprimevano in modo innegabile da dove provenisse l’ispirazione: Edie.

Edie Sadgwick ispirazione sfilata Marc Jacobs 2013

Ci sono donne che possiedono quella scintilla di fascino indecifrabile, universale che fa scattare l’attrazione.

La breve, intensa, movimentata e tragica vita di Edie Sedgwick, la sua smagliante e rovinosa parabola attraverso l’America “che conta” degli anni Sessanta e della Pop Art, possiedono il carisma della leggenda. La sua immagine e la sua brevissima vita, contemporaneamente ricca di fascino ma anche inquietante e tragica è molto difficile da comprendere e anche da decifrare.

Per un brevissimo periodo, New York ha avuto una sua stella, una luminosissima cometa che per qualche mese ha oscurato tutto il resto.

Edie Sedgwick è stata mille cose in contraddizione fra loro: giovane ricca, biker, figura di spicco degli anni Sessanta, tossicodipendente, regina della scena gay, superstar del cinema underground, modella di Vogue, internata psichiatrica ma più di ogni altra cosa emanazione dell’immaginario artistico di Andy Warhol.

C’è qualcosa di importante in lei, nella parabola della sua vita, un mistero, delle domande che sono rimaste in sospeso e che non avranno mai risposta.

Quindi ho deciso che più che raccontare la sua turbolenta vita, preferisco che la sua immagine vi arrivi in modo molto personale, attraverso le voci delle persone che l’hanno conosciuta, frequentata, amata, odiata e che le sono state accanto per un periodo o per tutta la sua breve vita. Dai componenti della sua famiglia agli esponenti di quel mondo che tanto l’avevano affascinata.

Fu il produttore cinematografico Lester Persky ad organizzare l’incontro fra Andy ed Edie:

La sua bellezza era straordinaria. Era sempre circondata da quei mezzi personaggi un po’ falliti, ma lei aveva sempre un modo di atteggiarsi fantastico. E fu qui, a casa mia, davanti a questo tavolo di marmo, che li misi l’uno davanti all’altra. Ricordo che Andy tirò il fiato, fece gli occhi a palla, un suo atteggiamento tipico, ed esclamò: “Oh, ma è bel-liiss-simaa. Era rimasto proprio molto impressionato.”

Subito si instaurò tra loro una relazione simbiotica, tanto che lei si tagliò i capelli tingendoli di biondo perché si accordassero a quelli di Andy, insieme, lanciarono quello che è poi diventò il suo look iconico: sopracciglia accentuate, occhi marcati dall’eye-liner, orecchini fuori misura, mini-abiti a tubino indossati su spesse calze nere, minigonne vertiginose, vestiti ultra scollati e coat animalier.

Ebbe un ruolo fondamentale anche il Make-up, tutto concentrato sullo sguardo: occhi grandi e profondi marcati da righe nette di mascara, ciglia finte e sopracciglia folte e marcate. Ed eccoli lì dunque quei grandi occhi, un po’ da cerbiatta un po’ smarriti, aperti e curiosi verso il mondo.

Truman Capote a proposito di Edie:

È magnetica, eterea, smarrita e quando muove ogni parte del suo corpo staresti a guardarla per ore, con quegli occhioni intensi e scuri come due tazzine di caffè.”

Quello stile, così originale e lontano da ogni schema, entrò profondamente nell’immaginario collettivo di un’epoca. Un assistente di Andy Warhol ne fa questo sintetico ritratto:

“Indossa un cappello e una maglietta e fa tendenza. Edie è spontanea, vera, non è un’operazione di marketing è magnetismo puro.”

In quattro mesi, Andy ed Edie girano insieme undici film, il primo dei quali è Vinyl, una versione underground di Arancia Meccanica. Il critico d’arte René Ricard ricorda:

Edie e Andy! Dovevi vederli. Tutti e due vestiti allo stesso modo, maglietta dolce vita, T-shirt a righe. Andy indossava jeans di velluto nero, stivali a tacco alto: terribili, li odiavo. Quando li metteva non riusciva mai a stare in equilibrio, non riusciva mai a pettinarsi decentemente, poveretto. Edie si conciava in modo da somigliare a lui, ma l’effetto era tutto diverso! La T-shirt, le calze nere, gli orecchini lunghi; era di una bellezza sconvolgente.

Per il fotografo e pittore Robert Rauschenberg, Edie è così fresca e gradevole da mettere in risalto tutta la falsità che la circonda:

Mi sentivo sempre intimidito, imbarazzato, quando ero in sua presenza, perché lei era come l’arte. Intendo dire che era un oggetto creato con grande forza e grande efficacia.”

Edie

Naturalmente, tutto lo sfavillio di socialità e mondanità della vita newyorkese di Edie Sedgwick ha risvolti fatti di fitte ombre. È necessario rimanere fisicamente all’altezza del canone degli anni Sessanta, reggere tutte le feste, affrontare lo stress della competitività, essere sempre all’altezza degli standard sia intellettuali che mondani di Re Warhol. Il dirigente musicale americano Danny Fields ha dichiarato:

Le superstar erano una specie di forma precoce di movimento femminista. Erano brillanti, belle, aristocratiche ed indipendenti. Edie …e le altre. Erano quello che la Garbo e Bette Davis erano state negli anni Trenta. Le coccolavano tutti. Erano più in gamba di tutti gli uomini del giro. Tutti, dai ragazzini alle vecchie checche, si innamoravano di loro…proprio come le dive degli anni Trenta facevano innamorare gli uomini che le dirigevano, registi e produttori. Erano creature decisamente superiori e molto impegnate. Il genere di donne che tutti desiderano venerare. Vergini Marie, intendo. Ma erano anche persone molto distruttive: distruttive verso se stesse e gli altri. Cavalcavano l’uragano.”

Edie

Edie ha detto di se stessa:

Ero la Ragazza dell’Anno, la superstar e robaccia del genere. Facevo cose tipo…tutto quello che facevo veniva dal di dentro, immagino, era tutto motivato da disturbi psicologici. Trasformavo la mia faccia in una maschera perché non mi rendevo conto di essere bella, grazie a dio. Praticamente la distruggevo. Dovevo mettere ciglia finte nere e pesanti che sembravano ali di pipistrello, disegnarmi delle righe nere sotto gli occhi e raparmi i capelli, tagliarli e farmi le méches d’argento e bionde, tutte piccole manovre con cui reagivo alle cose che succedevano nella mia vita e che mi facevano stare male. Evadevo in un modo tutto fisico. E tutte queste cose le prendevano come una moda.”

A proposito del body nero Edie raccontò:

Quando ero con Andy . . .Ballavo jazz due volte al giorno . . . e sapevo che non avrei eccitato nessuno perciò ho indossato i miei body. . . e allora Vogue mi ha fotografato con i body e le t-shirts come se fosse una nuova moda.”

Il 26 novembre del 1965 Life scrive:

Questa ragazza dalla zazzeretta corta e dalle gambe eloquenti sta facendo per la calzamaglia nera più di quanto abbia fatto chiunque altro dai tempi di Amleto.”

Gloria Shiff editrice di Vogue durante una seduta fotografica, riconosce in Edie la sua gamma infinita di possibilità, la sua capacità di cambiare aspetto, la sua natura contraddittoria, che la fa passare dall’estrema esuberanza alla timidezza e ricorda:

Il viso di Edie non era una tela, era continuamente in movimento. Non si fermava mai…Sfoggiò tutta una gamma di atteggiamenti emotivi, come del resto è tipico di molte star. Adoravo il suo sorriso, quella sua aria da cerbiatto. La cosa stupefacente è che in quelle foto ha una faccia e un look assolutamente attuali, potrebbero comparire domani su qualsiasi rivista di moda. Non hanno data. (…) Fu una seduta incentrata sulla sua personalità: era una ragazza con della personalità. Non era per davvero una modella o una stella cinematografica: era una creatura del momento, una creatura incantevole, speciale.”

La giornalista e direttrice di Vogue America Diana Vreeland racconta:

Aveva un modo di camminare che sembrava un passo di danza; era così felice di essere al mondo. Una persona affascinante. Faceva pensare alla primavera, alla freschezza. Era pulita, trasparente, portava i capelli tirati indietro, quasi un’Alice nel Paese delle Meraviglie…Edie ballava divinamente, ed era l’unica cosa autentica in mezzo agli squali…Labbra di ciliegia e fossette nelle guance, nessuno poteva resistere al suo sorriso.”

Andava alla ricerca della vita, ma qualche volta la vita non arrivava abbastanza velocemente.”

Edie Sedgwick a proposito di Edie Sedgwick:

Ero un ottimo bersaglio per La Scena.”

Il regista Joel Schumacher racconta:

Dopo che ruppe con Andy e la cosa con Bob Dylan andò a monte, Edie voleva disperatamente fare la modella. Era incredibile in quel periodo…Era l’essenza totale della frammentazione, l’esplosione, l’incertezza e la pazzia che tutti vivemmo negli anni Sessanta. Quanto più eri provocatorio, tanto più diventavi eroe.”

A Natale, Edie Sedwick va a trovare la sua famiglia. Suo fratello Jonathan la ricorda così durante quelle vacanze:

Era davvero stranissima quando arrivò al ranch. Un manico di scopa, niente corpo, indosso le gonne più corte che abbia mai visto, ciglia super finte talmente pesanti che le facevano cascare le palpebre. Era un’aliena. Intuiva quello che stavi per dire prima che lo dicessi. Eravamo tutti a disagio. (…) Si vedeva chiaramente non solo l’insicurezza, ma lo smisurato bisogno d’amore…Ma era così difficile accettarla.”

Ormai la sua luce stava per spegnersi.

La moda dagli anni Sessanta in poi è stata profondamente influenzata dalla figura della Sedgwick. Sulle passerelle continuano a vedersi periodicamente corti capelli biondi abbinati a sopracciglia marcate, miniabiti, calzamaglie nere ed orecchini chandelier. Ora sta spopolando ovunque la moda del grigio, di cui Edie Sedgwick è stata la pioniera assoluta.

La modella iconicamente più importante degli ultimi venticinque anni,Kate Moss, ha una fisicità molto simile a quella della Sedgwick, e le assomiglia anche nei vizi pop.

Cara Delevingne ha le stesse sopracciglia scure abbinate ai capelli biondi e ha citato l’icona di Edie in un servizio di Patrick De Marchelier per Vogue China.

Curiosità: Edie era cugina di primo grado dell’attrice Kyra Sedgwick.

Devo ammettere che nello scrivere questo articolo, mi sono lasciata catturare anche io, guardando le immagini, leggendo della sua vita, ho provato emozioni varie e indubbiamente fascinazione. In certi momenti e in alcuni suoi sguardi mi è sembrato di rivedere Marilyn Monroe.

Vi lascio questo video da guardare, lei adorava ballare…

Aspetto le vostre sensazioni…grazie per la lettura!

Cris…VeryCris

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La mantella è cult

La mantella, chiamata anche cappa è un indumento antico nella storia del costume: nasce come drappo, si sviluppa come mantello con cappuccio e nel Medioevo diventa una capo simile al poncho.

È solo nel Novecento, da Fortuny a Elsa Schiapparelli, che la mantella viene definita un indumento sartoriale a tutti gli effetti ed entra ufficialmente nel guardaroba femminile, senza mai più abbandonarlo, con accenti e rimandi stagionali.

Comoda, eclettica e carica di personalità viene riproposta con variazioni tipo poncho, addirittura come plaid appoggiato sulle spalle, come cappa, in lana, in tessuto, in pelliccia, leggere, pesanti, fantasia, unite… Ovviamente come tutti i capi che hanno un rimando al vintage, la cappa bisogna saperla indossare, ma grazie alla sua semplicità, sta bene quasi a tutte. Si può abbinare ai look più disparati donando sempre un tocco di charme e allure bon-ton mai banale.

mantella tinta unita classica
varie fantasie e tessuti
mantella street style
mantella street style
Mantella tartan scozzese

Da portare da sola quando il freddo concede un po’ di tregua, è ideale per movimentare un po’ il look. Aggiunge un tocco di stile ad abiti semplici oppure è l’alternativa più stilosa al cappottino.

Quando il freddo si fa più intenso permette la realizzazione di outfit stratificati e divertenti.

Si può indossare sopra il giubbino in pelle, su una giacca da tailleur, su un cappotto o addirittura sopra un piumino imbottito, sopra ad un maxi pull molto pesante o sopra un trench.

E’ un modello molto caro anche alle celebrità.

Avvolgetevi, strizzatevi, arrotolatevi e coccolatevi in questi maxi tessuti di lana, daranno vere soddisfazioni di look.

Sotto potrete trovare una selezione dei modelli più trend di questo inverno 20/21 con proposte per tutte le tasche, anche se penso che per esprimere il proprio look non ci sia mai bisogno di spendere troppo. Cliccate il nome del brand e vi troverete proiettate direttamente sui prodotti.

BUY VALENTINO & BUY MAXMARA
BUY GUCCI
BUY VERYCRIS & BUY VERYCRIS
BUY CUCCINELLI & BUY CHLOE’
BUY ALEXANDER MCQUEEN & BUY RED VALENTINO
BUY RED VALENTINO & BUY VERYCRIS

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Cris…VeryCris

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Jean Shrimpton – timeless inspiration 1962

La più bella di tutte le modelle che ho conosciuto era Jean Shrimpton…lei stessa sembrava non avere consapevolezza del suo aspetto straordinario ” (Mary Quant)

Jean Shrimpton, soprannominata The Shrimp (traducibile in italiano come gamberetto), è stata una delle prime modelle al mondo. Cresciuta in una fattoria del Buckinghamshire, subito dopo il diploma alla scuola per modelle di Lucie Clayton, all’età di 18 anni ottiene alcune delle copertine più ambite del settore come Vogue, Harper’s Bazaar e Vanity Fair .

La Shrimpton incarnava la giovinezza della Londra degli anni ’60, contribuendo a definire lo stile e il mood dell’epoca: gambe vertiginose e sottili, ovale perfetto, occhi grandi color lavanda, sopracciglia disegnate ad arco, aria arrogante e scanzonata, combinata ad un misto di freschezza e malizia.

Ma quando ha veramente avuto inizio il successo di Jean Shrimpton?

La grande occasione di Jean arrivò nel 1960, quando fotografata dal grande David Bailey ne divenne la musa ispiratrice. Il sodalizio si trasformò anche in relazione sentimentale per 4 anni, ma il vero trampolino di lancio per entrambi fu nel 1962, quando andarono a New York per conto di Vogue UK. Il titolo del servizio era “New York: Young idea goes west”. Bailey la ritrasse tra le insegne dei ristoranti di Chinatown, nelle cabine telefoniche di Broadway, tra la gente o sopra i tetti di Manhattan e il risultato fu un misto tra un reportage e un servizio convenzionale: lo stile innovativo del fotoreportage, non solo catalizzò l’immagine di Jean come divina incontrastata ma segnò una nuova direzione alla fotografia di moda, un nuovo sguardo più fresco e al passo con i tempi.

Ph: David Bailey
Ph: David Bailey

Il bagliore fresco e il fascino pudico della Shrimpton rinfrescarono i modelli aristocratici degli anni ’60 in Gran Bretagna.

“Era magica. Al punto di essere la modella più economica del mondo – ti bastava utilizzare mezzo rullino e avevi il tuo scatto.” (David Bailey)

Nel ’65, quando ormai era già famosa, madrina del concorso ippico Melbourne Cup, partecipò all’evento in un abitino bianco, corto sopra al ginocchio e con un orologio da uomo al polso. La leggenda metropolitana dice che alla richiesta di promuovere i tessuti Orlon alla Melbourne Cup, Jane si sia trovata con poco tessuto per confezionare un vestito della lunghezza adeguata.

Alla Melburn Cup

Oh, non importa“, ha detto alla sua sarta. “Rendilo un po’ più corto, nessuno se ne accorgerà”. Ma nell’Australia conservatrice del tempo, il suo semplice vestito bianco, corto, indossato senza guanti e collant, destò non poco risalto e le immagini rimbalzarono ovunque e anche se le minigonne si erano già insinuate ovunque, in Gran Bretagna questo evento sdoganò gli orli più corti alle masse.

Famoso fu anche il ritratto informale, un dietro le quinte del fotografo Cecil Beaton di Jean e del suo Yorkshire terrier, durante le riprese di “Faces From Shrimpton”.

“Lei è l’unicorno, la cosa rara, quasi mitica” (Cecil Beaton)

ph: Cecil Beaton
Ph: Cecil Beaton

Al culmine della sua celebrità, nel ’69 la Shrimpton sfruttò la sua fama in difesa della giustizia sociale. Firmò un libro di protesta contro la partecipazione britannica alla guerra Nigeria-Biafra, nel bel mezzo di un digiuno di 48 ore, (vabbè, per una modella magari era quasi normale).

Alla manifestazione di protesta.

È stato divertente diventare famosa, ma mi sono stancata”, disse a un certo punto e nel 1976 si ritirò. “Avrei potuto guadagnare molto di più. Però ho scelto una vita semplice. Non sono mai stata ricca e non ho mai avuto rispetto per il denaro. Trovo che esalti la parte negativa delle persone“.

Ora gestisce un hotel insieme al marito e al figlio, nel bel mezzo della bellezza selvaggia dell’estremo ovest della Cornovaglia.

Oggi e ieri

“Ha qualche rimpianto per aver voltato le spalle alla vita che una volta conduceva?” “No“, dice, “ma io sono un’anima malinconica. Non sono sicura che la felicità sia ottenibile e trovo la banalità della vita moderna terrificante. A volte mi sento merce danneggiata. Ma Michele, Taddeo e l’Abbazia- Hotel hanno trasformato la mia vita.

La mitica modella Jean Shrimpton potrebbe essere tranquillamente una meravigliosa ragazza della nostra epoca, ancora oggi la sua immagine è estremamente moderna e chic… cosa ne pensi?

Seguimi per conoscere la prossima icona del 1963…

Cris…VeryCris

Ah, dimenticavo…dai un’occhiata al mio SHOP

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Intervista su @TravelUmbria

Intervista su @TravelUmbria, bellissima iniziativa che dà spazio alle eccellenze del territorio, sostenendo le piccole realtà.

Hanno dato vita alla rubrica delle eccellenze umbre: Made in Umbria. La trovate anche su Instagram! @Travelumbria

Made in Umbria, la rubrica delle eccellenze umbre, ci porta a fare la conoscenza della stilista che sta dietro al marchio VeryCris: Cristina Pedrotti.

Grazie di cuore, avete colto la mia filosofia !!

Cris … VeryCris

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Audrey Hepburn – timeless inspiration 1961

Audrey Hepburn molto più di un’icona…

Gli anni ’60, come avrete letto nel post precedente, hanno rappresentato il decennio caratterizzato dal più importante cambiamento generazionale di tutto il ‘900.

Si afferma un nuovo modello femminile in netto contrasto con quello del periodo precedente fatto di corpi morbidi e formosi, bionde e appariscenti capigliature tipiche delle dive a cavallo tra gli anni ’50 e ’60.

Ma prima di tuffarci negli anni della rivoluzione attraverso le donne che lo hanno rappresentato nella moda, voglio presentarvi quella che, è stata l’antesignana del nuovo modello estetico che si farà strada negli anni ’60: l’icona delle icone Audrey Hepburn, con il suo fisico androgino, la grazia da ballerina, i capelli scuri, gli occhioni intensi accentuati da folte sopracciglia, il fascino sofisticato, minimalista e naturale ma ancora bon-ton.

Con grazia e delicatezza, la diva ha però contribuito alla consacrazione della nuova identità femminile che già fermentava ad inizio decennio.

I cambiamenti e le rivoluzioni prima di scoppiare e deflagrare hanno bisogno di una scintilla, una fiammella che faccia strada che segni la via.

Nel film “A colazione da Tiffany” del 1961 la Hepburn interpreta Holly, una donna delicata e graziosa ma consapevole e autodeterminata che vive da sola, ha lasciato il marito, è sessualmente libera e alla costante ricerca della sua identità, che non si realizza unicamente attraverso l’amore di un uomo. Per quegli anni e specialmente per il cinema del tempo, tutto ciò si può considerare una vera rivoluzione sociale. All’esile Audrey Hepburn va sicuramente il merito di essersi fatta portavoce di un nuovo modo di essere femminile e di una nuova identità di genere che poi si estremizzerà con vigore ed eccessi negli anni successivi. Audrey rese accettabili, anzi molto di più, con la sua grazia rese attraenti i nuovi modelli femminili.

Una rivoluzione del tutto involontaria, per lo scrittore Truman Capote che avrebbe preferito la capricciosa e svampita Marilyn Monroe nei panni di Holly.

Ma alla fine, la diva, lo scrittore e il film crearono una donna moderna, in linea con i cambiamenti sociali, di moda e costume.

Grazie anche allo stilista Hubert Givenchy di cui Audrey Hepburn era dichiaratamente la musa, si sdoganò il nero come manifestazione di eleganza e praticità, colore che fino ad allora aveva sempre avuto una connotazione negativa. Infatti simbolo del film fu anche l’ormai mitico “tubino nero”, tuttora capo immancabile in ogni armadio femminile, passepartout per ogni occasione.

Ma la Hepburn non è stata solo una grande e umile professionista ma una donna dalla grazia naturale, specchio di una grazia interiore, che ha dedicato la vita al prossimo come ambasciatrice dell’unicef, più che un’icona è un modello del femminile che non passerà mai di moda.

Il cambiamento era nell’aria…seguitemi e scoprirete la diva del 1962.

Cris…VeryCris

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DONNE – timeless inspiration

Ci sono donne che possiedono un naturale carisma, stile, classe innata, magnetismo, che non solo riescono ad interpretare i trend ma loro stesse diventano emblema di stile superando la macchina del tempo, diventando icone.

Queste donne hanno segnato la storia della moda e non solo, diventando dapprima muse ispiratrici, per stilisti e artisti, per poi continuare a farci sognare, indipendentemente dalle mode e dalle tendenze, anzi diventando loro stesse tendenza.

Per divenire tutto ciò non è sufficiente la bellezza e fotogenicità , ma ci vuole quel “non so che”, un mix di splendore, personalità e dna, ci vuole “l’attitude”. I canoni di bellezza mutano e si trasformano ma il loro fascino continua ad essere fonte di ispirazione per gli stilisti e non solo.

Sono tante, tutte protagoniste delle più belle copertine delle riviste patinate del tempo.

Ma prima di parlare delle icone, parlerò di rivoluzione, nella moda e non solo…

Gli anni ’60: un connubio tra moda e arte. Nascono gli stili pop art, hippy…il mito più rivoluzionario della minigonna, grazie a Mary Quant L’oggetto del desiderio degli Swinging Sixties, gli anni che segnano lo spartiacque fra la moda rigorosa dell’Inghilterra post-boom e i nuovi trend che pullulano nelle strade.

A lei dedico il primo ritratto come ambasciatrice del decennio.

Mary Quant

E’ ancora giovanissima la stilista Mary, quando coglie lo spirito swinging delle nuove generazioni e la voglia di liberarsi dai vecchi schemi, scegliendo la comodità e un linguaggio del corpo più giocoso, provocatorio e audace ma senza volgarità, dando vita a una sfida che è soprattutto desiderio di emancipazione. Qualche centimetro in meno per scatenare il putiferio, sto parlando ovviamente della minigonna, che rappresenta sì la ribellione dagli stereotipi ma anche un nuovo modello di bellezza e stile.

Tacchi bassi, collant colorati e stivali in vernice prendono il posto di tacchi a spillo e decollétés.

Le icone degli anni ’60 ? Donne che hanno incarnato alla perfezione ma anche ispirato questa nuova ondata rivoluzionaria.

Ho scelto anno dopo anno la donna che più ha inciso in modo indelebile e ispirato lo stile e l’immaginario collettivo e scoprirete che anche la bellezza italiana, non meno della moda è ben rappresentata. Vuoi scoprire quale è l’icona del tua anno di nascita? Segui i miei prossimi articoli.

Cris… VeryCris

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ANIMALIER…”URBAN JUNGLE”

Animalier è il pattern che riproduce il disegno della pelle degli animali, versatile e audace, dal fascino sempreverde, icona senza tempo del guardaroba.

Il fascino dell’esotico ha conquistato la moda già da diversi decenni con punte di grande successo.

Il debutto del maculato risale al lontano 1947, quando Christian Dior fece sfilare i suoi primi tre capi animalier. Dior decise di avvolgere le sue modelle in nuvole di chiffon leopardato. Secondo Vogue il ’71 è stato “l’anno della zoologia nei ricami, nei gioielli, negli stampati, ornamenti per donne-fiere, libere e sensuali. Un trend che dalla sua prima uscita ufficiale ha poi ispirato e influenzato tutti gli stilisti contemporanei.

Dior

Lo stilista contemporaneo che ha fatto dell’animal print la sua brand identity è Roberto Cavalli di cui ricordiamo la stampa ghepardo già negli anni Settanta e poi, ancora, nella stagione P/E 1996, il zebrato nella P/E 1999, e la stampa farfalla P/E 2006, e in più paillette a squame di pesce, fantasie leopardo, coccodrillo, lince, serpente.

“ La moda deve far divertire e mettere la donna al centro dell’attenzione, osando anche un po’, se necessario.” ( Roberto Cavalli )

Cavalli ha sponsorizzato la mostra del 2006 Wild: Fashion Untamed tenutasi al Metropolitan Musem of Art di New York, volta a mostrare la storicità e l’interculturalità dell’animalier, l’deale di femminilità-felina, attraverso le creazioni di Alaïa, Dior, Galliano, Gaultier, McQueen, Mugler, Versace.

Per rendersi conto di quanto l’animalier possa risultare chic basta dare uno sguardo al passato, quando questa moda è venuta alla luce. Già negli anni 50 era molto di moda e negli archivi si trovano immagini di donne elegantissime con lunghi abiti stampa leopardo o pantaloni con scarpe abbinate nello stesso materiale, o gonne sino ai piedi indossate con pullover a collo alto. Cappottini zebra, tigre o leopardo, ovunque sino agli anni 60.

La bellissima Brigitte Bardot con la sua pelliccia, stivali e cappello di leopardo, Jane Russel, Sofia Loren, Monica Vitti, pure Jackie Kennedy all’epoca first lady e sempre attenta alle tendenze della moda, nei primi anni Sessanta cedette al fascino dei capi maculati .

Brigitte Bardot – Jane Russel

Haute couture, prêt à porter e street style hanno utilizzato le stampe animalier in diversi contesti, dalla musica alle discoteche, dal cinema alla fotografia, con digressioni anche nel guardaroba maschile.

L’animalier ha una posizione di predominio nel sistema moda contemporaneo, è sempre più usato in tutte le sue declinazioni da diversi stilisti. Nonostante la sua versatilità, può facilmente far inciampare nel trash, ci vuole dunque moderazione e gusto per sfruttare questa tendenza al meglio.

Naturalmente è importante non esagerare e focalizzare l’attenzione solo sul capo chiave. Un solo accessorio maculato dà l’opportunità di osare, di dare brio ad un look anonimo, regalando un pizzico di eccentricità alle nostre mise.

street style

Decisamente seducente e femminile, è la gonna con stampa maculata. Se vi piace ispirarvi ad uno stile un po’ retrò, la grinta della stampa animalier, potrà essere stemperata dal romanticismo di una gonna a ruota, perfetta da abbinare ad accessori contemporanei, come calze nere e stivaletti. Oppure adatta a look causal da giorno, abbinata, per esempio, ai modelli più in voga di sneakers.

https://www.fashionblognotes.com/prodotto/gonna-velluto-animalier/
https://www.fashionblognotes.com/prodotto/gonna-velluto-animalier/

Potrete trovare la stampa che più vi piace tra le proposte dei brand più famosi, alla portata di tutte le tasche: non resta che scegliere le stampe preferite, farle entrare nei vostri guardaroba e tirare fuori la Jane che è in noi…perché l’animalier piace e diverte.

Allora, pronta a sfoggiare il tuo lato primitivo? Se vuoi fare shopping online, su questo tema troverai la skirt VeryCris…clicca qui

Grazie per avermi letto … Cris

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Salopette mon amour !

Bentornata salopette!

Bentornata salopette!

Bentornata salopette, icona degli anni 90.

salopette

Negli anni ’90 la salopette diventa un capo insostituibile del guardaroba. Protagonista del tempo libero e simbolo di libertà, indossata ed esibita da Brigitte Bardot a Lady Diana. Capo preferito dalle icone di tutti i tempi dal fascino trasversale tanto nostalgico quanto easy, un look tra passato e presente.

Chi non ne ha posseduta almeno una nella sua adolescenza? “Se fosse per me indosserei sempre e solo la salopette” ha dichiarato Gwyneth Paltrow, una che di stile se ne intende. Siete d’accordo?

salopette

Capo unisex per eccellenza la salopette in versione femminile è tentatrice di indole e unica nella forma, un po’ come la camicia bianca da uomo. Scanzonata e provocatoria oggi come allora non può mancare nell’armadio. La mitica tuta con la pettorina è ancora must-have di tendenza e suggerisce libertà e voglia di vintage.

salopette street style

Capace di adattarsi ai tempi e fonte d’ispirazione personalizzata, la salopette cambia i connotati per adeguarsi ai gusti, la rivoluzione sta nei materiali e nel modo di indossarla.

E’ il velluto il look perfetto di questa stagione, sia millerighe per un look sportivo che liscio in versione elegante. La salopette in velluto racchiude da un lato atmosfere vagamente retrò e dall’altro richiama un’eleganza aristocratica senza tempo. Abbinare il velluto secondo le ultime tendenze è l’idea giusta per scaldare la stagione invernale con stile.

Per un look casual chic intramontabile, suggerisco la salopette color cachi da abbinare a magliette rigate, di qualsiasi colore sia scure che chiare, perché il cachi è un colore neutro che sta bene su tutto. E’ un modello dalla gamba morbida ma slanciata da indossare con il risvoltino alla caviglia e da abbinare alle sneackers come ad uno scarponcino o stivaletto stringato e perché no, ad una scarpa stile maschile con i lacci e calze corte fantasia. Qui la vedete abbinata ad un cappottino in lana tartan stile plaid, molto in tendenza.

salopette sportiva
salopette VeryCris dettagli

La salopette in velluto liscio blu, dalla linea affusolata slancia la figura e assottiglia le forme. Elegante e scanzonata allo stesso tempo è un capo versatile, perfetto sia di giorno che di sera, da indossare con magliette rigate per un tocco ironico, con camicie o dolcevita per un look più elegante. Scarpe a mocassino o stivaletto, l’importante è il risvoltino alla caviglia.

salopette velluto
salopette velluto dettagli

Salopette, charme e leggerezza…come non essere tentate !

Troverete i capi nel mio SHOP

@cris_verycris

Shoes @closet23shop

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Verde – the green season

Abito in velluto misto seta dalle mille sfumature. Scollo a barca e linea scivolata...

Abito in velluto misto seta dalle mille sfumature. Scollo a barca e linea scivolata...

Quanta voglia di leggerezza c’è nell’aria? Tantissima. Quale colore Pantone apre le danze? Si il verde scuro.

verde

Il must di sempre, quintessenza chic e non c’è bisogno di una tendenza colore per dichiararlo: il verde è cool e oltre al pianeta fa bene anche al tuo stile! Rappresenta il colore della vita che continua e si rinnova, segno di equilibrio e di crescita, per questo è associato alla giovinezza e noi siamo evergreen!

Il verde più cool e accattivante rimane sempre quello tra il foresta e lo smeraldo, soprattutto in tonalità più scure, intenso, notturno, un po’ misterioso, si indossa in total look ed è elegantissimo. Sta bene alle more e alle bionde ed è l’alternativa aristo-chic ai soliti nero-blu. Perfetto sia di giorno che di sera.

Carismatico e affascinante soprattutto su alcuni tessuti come il velluto è tra le top tendenze dell’anno per la capacità di rendere il colore brillante e ricco di sfumature. Selvaggio come una foresta amazzonica, intenso e luminoso come una pietra preziosa. Audace, con un sottotono caldo e brillante illumina anche la mise più seriosa.

https://www.facebook.com/verycris.cristinapedrotti/

La mia proposta è un abito in velluto misto seta dalle mille sfumature. Scollo a barca e linea scivolata, leggermente elasticizzato per stare bene su qualsiasi fisico. Da portare con o senza cinta è classico ma mai banale e iper versatile. Sta bene a tutte, ma le donne con la carnagione chiara, occhi verde o nocciola e i capelli in tutte le tonalità del rosso e biondo miele lo esaltano al meglio!

Potete acquistare questo abito nel mio SHOP al prezzo in offerta

Da portare con un cappotto o una cappa… ma lo vedrete nel prossimo post. Seguitemi… VeryCris

Scarpe https://www.closet23.com/it/

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Ciabattine flat …

Si respira la Cote d’Azur, con i piedi per terra…

“Sulla bella costa della riviera francese, a mezza strada tra Marsiglia e il confine italiano, sorge un albergo rosa, grande e orgoglioso. Palme deferenti ne rinfrescano la facciata rosata, e davanti a esso si stende una breve spiaggia abbagliante.
(Incipit “Tenera è la notte” – Francis Scott Fitzgerald)

Ciabattine VeryCris

Bisogna cedere, almeno una volta alle tentazioni della Côte d’Azur, meta di artisti, negli anni ’60 e destinazione di amanti dello stile da riviera chic, pronti a scoprire i riti dell’estate, abbagliati dalla calda luce del mediterraneo.
Il brand VeryCris lancia una linea di iconiche ciabattine flat che traggono ispirazione dalla seducente allure anni ’60: dalla verve di Brigitte Bardot all’eleganza sbarazzina di Audrey Hepburn.
Raffinate e allo stesso tempo semplici e charmant, mai come ora hanno il loro fascino.
Ogni modello è corredato dalla sua shopping-bag personalizzata con lo stesso tessuto.
Eleganti, comode, versatili, super femminili sono pensate per abbinarsi in totale libertà a qualsiasi look cittadino, etnico o da riviera, secondo lo spirito romantico e seventies in linea con lo stile degli abiti VeryCris.
La realizzazione con materie prime di altissima qualità e un handmade rigorosamente Made in Italy, limited edition, rendono questa iconica ciabattina flat assolutamente etica.
Una collezione fatta di righe, fantasie pop e minioptical tanto amate dalle star di un tempo, di lino e seta in stile casual-hippie.
It-shoes del momento, il sandalo basso sarà il passepartout della vostra estate 2018 e anche quello del ritorno al glamour, ora dovete scegliere il vostro preferito tra i modelli in edizione limitata VeryCris Collection.
Ciabattine VeryCris
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Per acquistarle scrivete a cris@fashionblognotes.com , riceverete tutti i dettagli per scegliere il numero giusto per voi e vi saranno spedite in pochi giorni.
Oppure seguitemi per conoscere i trunk show e gli eventi esclusivi in programma.

Cris

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Sei chic ?

La moda è fatta di aggettivi dal potere evocativo che materializzano un’idea, cioè che raccontano in poche sillabe concetti complessi che rimandano ad un immaginario preciso.

E’ noto che la relazione fra le lingue più diverse ha sempre caratterizzato il codice di sarti, artigiani tessitori, modiste, ricamatrici già dai tempi passati e che quindi le incursioni straniere sono facilmente entrate a far parte del linguaggio universale della moda e quindi anche di quello comune.
Ci sono termini coniati dalle passerelle più esclusive, presi in prestito da mondo dell’arte, da personaggi che hanno creato delle vere e proprie rivoluzioni di stile e altri più storici ci raccontano la storia del costume ci parlano di corti e di salotti.
Presa da un impulso di curiosità ho deciso di andare a recuperare il punto di inizio, la sorgente di alcuni aggettivi esterofili ormai di uso quotidiano.
Siete pronte? Let’s go!
chic-
Chic, sinonimo di un’eleganza raffinata, pur avendo un non so che di vintage, si dimostra ancora molto vitale e apprezzato nel gergo usuale.
Non è ben chiara l’origine della parola francese, alcune fonti sostengono che derivi dal tedesco schick e che poi i francesi abbiano cominciato ad usarla (scrivendola chique) per identificare la disinvoltura, il savoir faire ed infine l’eleganza.
Il Larousse dei primi del ‘900 indica però un’altra ipotesi, tutta francese che farebbe risalire l’origine della parola, ai tempi di Luigi XIII ( inizi del ‘600) quando a corte per definire un uomo molto abile a destreggiarsi con la legge, si usava chic come diminutivo dalla parola chicane che aveva il significato di cavillo, passaggio a zigzag.
Nel tempo chic ha mutato significato ed è con quello di eleganza che è approdata in Italia.
Deve essere stato con la Belle Époque che le signore imbevute di cultura francese, indispensabile nella buona società, hanno cominciato ad usarla per definire uno stile ed un gusto inconfondibile. La cultura francese ha dominato la buona borghesia italiana fino alla seconda guerra mondiale.
Ma l’aggettivo chic nasconde in sé un mondo fatto anche di immagini che evocano immediatamente due icone come Coco Chanel e Audrey Hepburn.
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chic-audrey
chic-icons
Che cosa ha reso innegabilmente Chic queste due donne?
Non solo e non necessariamente la bellezza, l’eleganza chic ha dei codici tutti suoi che includono: l’atteggiamento, il portamento , l’equilibrio tra classico e originale, la finezza e la misura.
Essere chic è quindi una dote innata?
Forse si, è una predisposizione dell’animo e non è legata al capo di vestiario, ma a come si indossa la vita.

Cris (VeryCris)

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lntervista per Blondywitch…

Grazie a Claudia Giordano per l’articolo-intervista sul suo Blog.
Le sono molto grata per le interessanti domande che mi hanno dato la possibilità di raccontarmi.
Siete curiose?
Cliccate qui sotto !!

http://blondywitch.com/intervista-cristina-pedrotti-very-cris/

Cris(VeryCris)

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oriental mood … VeryCris summer collection

“ L’oriental mood ” della collezione estate 2017, fatta solo di pezzi unici ed esclusivi, in uno stile “emozionale” e “solare”, da aperitivo in riva al mare, ma non solo.

 

I miei momenti di libera creazione hanno sempre un progetto, un visione nitida, le mani agevolmente seguono il filo dell’immaginazione.
Ogni collezione inizia da un processo creativo aperto, a cominciare dai materiali, rigorosamente pregiati e dal colore.oriental-mood-VeryCris-201
In un continuo sovrapporsi di capi delicati e seducenti, nascono oriental outfit ultra femminili che trasformano in chiave contemporanea le atmosfere da geisha.
Abiti fluttuanti in seta e velluto di seta, volumi fluidi, fantasie, stampe, sensuali trasparenze, svelano le linee del corpo.
I colori tenui e gli accostamenti in tinte pastello sono un inno alla freschezza, un invito ad emergere dal letargo invernale.
Tessuti stampati nelle tonalità dell’acqua si fondono con il rosa geisha, rosa fiore di ciliegio come a ricreare un onirico giardino orientale.oriental-mood-VeryCris-201
Il kimono conferisce un animo seducente e femminile, lo propongo in versione classica, lungo, in velluto di seta: uno splendido e pregiato tessuto chiffon lavorato con tecnica devorè, per creare disegni esclusivi, d’ispirazione orientale con effetto trasparenza.
Fresco, drappeggiante e lucente è l’ideale per le serate estive.mood
E’ Perfetto accostato ai pantaloni più sneakers o jeans più sandalo dal tacco altissimo, portato aperto al posto del blazer maschile o dello spolverino.
Non mancano le versioni in seta satin e in seta crepe double face…
Il segreto per indossarli, sta nella giusta dose di ingredienti orientali e occidentali.
La collezione è stata presentata il 30 maggio a Torino, nella splendida “Noemi Boutique Crocetta” dove è stato organizzato un raffinato Trunk Show che tra chiacchiere e fresche ciliege, ne ha decretato il successo.trunk show
Ringrazio tutte le splendide donne, clienti affezionate di Noemi, che hanno scelto i miei capi per la loro estate.trunk show
Ora il prossimo appuntamento sarà in Sardegna…presso il Maklas.
Lungo la spiaggia…passo dopo passo, secondo il frusciare di impalpabili sete , lo stile si tinge di nuance delicate…
Vi aspetto nel paradiso sardo.

Cris (VeryCris)

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Silk and colors … VeryCris

Superlight colori tenui, tessuti leggeri, silk chiffon

silk-print-VeryCris

La moda dell’aperitivo in riva al mare al tramonto è ormai consolidata, tanto quanto l’indecisione sul look perfetto per un drink in spiaggia.
Tra i trend vincenti il colore è l’elemento creativo fondamentale.
Si declina in tinte pastello, luminose e cangianti, stampe e fantasie.
Le tonalità dell’acqua si fondono con il rosa del tramonto e le sfumature solari che riflettono la luce in mille colori.
Abiti fluttuanti in seta, dai volumi fluidi, fantasie di colori e stampe, sensuali trasparenze svelano le linee del corpo.
Lussuosa e aristocratica la seta innalza subito lo standard dell’ outfit di cui è protagonista.
Da scegliere per la prossima estate soprattutto in tinte vivaci o da portare in combinazioni di sfumature rarefatte e sofisticate.

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Silk and colors…Cruise Collection by VeryCris

VeryCris di Cristina Pedrotti

Seta Chiffon DHG
Photo Agnese Morganti

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Le occasioni di VeryCris …

You’ll never be so beautiful !

Anche se sono già completamente immersa nella produzione della stagione estiva, il freddo pungente è ancora vivo e presente.
I capi invernali sono ancora attuali e necessari, se desiderate avere uno o più capi VeryCris, è il momento giusto per fare uno shopping super smart e approfittare delle occasioni di fine serie.
Troverete le caratteristiche, il prezzo originario e il prezzo scontato per ogni capo esclusivo di fine collezione ancora disponibile.
Sono in offerta solo i colori e le taglie che vedete nelle fotografie.

Articolo “Poncho” di pelliccia in lana, caldo e soffice da usare subito o anche in primavera a una cena all’aperto con il fresco della sera. Il tono neutro si adatta bene a tutti gli outfit.
occasione ARTICOLO-PONCHO
Articolo “Crochet Skirt”: la gonna a tubo longuette, tanto fetish quanto Chic e femminile.
occasioni ARTICOLO-CROCHET-SKIRT
Articolo “Jolie”:il maglione color panna dii filo grosso, ricco, romantico e sensuale.
Occasioni ARTICOLO-JOLIE
Articolo “Can Can”:gonna a ruota di frange. Come ballerine o dame neo Vittoriane? È la nuova protagonista.
Occasioni articolo-CAN-CAN
Articolo “Back Top”: Crazy details, il top a coste e collo alto con sorpresa…retrospettiva di seduzione.
Occasioni ARTICOLO-BACK-TOP
Articolo “Sweater Dress”: il maglione oversized che si usa come mini dress, fa tendenza.
Occasioni ARTICOLO-SWEATER-DRESS
Articolo “Gilet Giant”: il capo CULT, elegante, originale e raffinato…unico
Occasioni ARTICOLO-GILET-GIANT
Articolo “Gipsy Coat”: il cappotto crochet, tipo vestaglia, lineare e maschile, extra long. Per una moda senza stagioni e per donne cosmopolite ma con l’anima gipsy.
Occasioni ARTICOLO-GIPSY-COAT
Articolo “Abito Gipsy Vintage”: il lungo abito stile gipsy percorso da fantasie, in tessuto pregiato, vintage di Armani che ne conferisce una esclusività particolare. Uno stile gipsy ma delux;
Occasioni MODELLO-ABITO-GIPSY-VINTAGE
Articolo “Charleston”: miniabito dal sentore The great Gatsby, lasciati contagiare da questo stile dal fascino intramontabile…
Articolo ARTICOLO-CHARLESTON

Scrivetemi alla mail  cris@fashionblognotes.com  o telefonatemi al numero 346 7423360, sarò lieta di darvi tutte le informazioni che desiderate.
Spedizioni in tutta Italia.
Ovviamente l’offerta è valida fino ad esaurimento.

VeryCris di Cristina Pedrotti

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colori pastello … delicati e romantici

Il mondo della moda una volta ancora si sintonizza con il suo lato più soft.

I colori tenui e gli accostamenti in tinte pastello sono un inno alla freschezza, un invito ad emergere da una sorta di letargo invernale.
Sofisticati, femminili e delicati come i sogni: per outfit rarefatti, di grande appeal.
Lo stile si tinge di nuance delicate, colori gentili,  che addolciscono la primavera e si possono mescolare tra loro, come pescando da una busta di marshmallow.
colori pastello
colori pastello
I colori pastello preferiscono i materiali lievi, impalpabili e leggeri come la seta chiffon.
Nella moda, le tendenze passano e ritornano e, nel continuo gioco di rimandi tra passato e futuro, sono ritornati in voga i nastri.
In vita, attorno al collo, sugli accessori o dove si voglia, nastri di seta chiffon, per regalare alla prossima stagione un fresco e delicato tocco chic.
colori pastello
nastri-seta-chiffon-colori pastello
Protagonisti di tantissime passerelle, i nastrini e le collane da legare al collo, sono tornate a essere un vero feticcio per le più trendy.
E quindi,l’accessorio must have di stagione?
La collana di seta in tinte pastello, per uno stile contemporaneo tra l’hippie e il bon ton, VeryCris ovviamente…
collana-nastri-colori pastello-seta
collana-nastri-colori pastello-seta
collana-nastri-colori pastello-seta
Psssh…io le ho realizzate per il mio matrimonio e le ho regalate a tutte le invitate donne, le volete realizzare anche voi?
Nulla di più facile…cliccate sotto,  ma prima mettete un bel ” mi piace” all’articolo e condividetelo, grazie !
Tutorial

VeryCris di Cristina Pedrotti

Cruise Collection by VeryCris

Tessuti di Seta Chiffon DHG
http://www.dhgshop.it/

Photo Agnese Morganti
http://aggiemorganti.com/

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